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Reach, una normativa europea

Pagina - 21 ottobre, 2010
Grazie all'adozione del Regolamento n. 1907 del 2006, il cosiddetto REACH (registrazione, valutazione, autorizzazione delle sostanze chimiche), dal 1 giugno 2007 non è più consentita la circolazione in Europa di alcune sostanze non registrate e prive di documentazione sui rischi per la salute e l'ambiente.

In particolare, REACH segna l'obbligo per le aziende di fornire informazioni sulla sicurezza delle sostanze prodotte o importate ma solo in grandi quantità, ovvero sopra le 10 tonnellate all'anno. Grazie all’intensa campagna di Greenpeace e di altre associazioni, REACH ha adottato il principio di sostituzione, ma solo per i composti persistenti e bioaccumulanti, laddove alternative più sicure siano già presenti sul mercato.

Purtroppo, la lobby industriale non ha consentito di estendere il principio di sostituzione anche a quelle sostanze capaci di causare cancro, difetti alla nascita e patologie riproduttive. Nonostante la loro pericolosità, queste sostanze rimarranno ancora sul mercato europeo permettendo alle aziende di produrle e immetterle nei beni di consumo. Inoltre, svariate centinaia di composti chimici prodotti al di sotto delle 10 tonnellate, essendo fuori dal campo di applicazione del Regolamento, non saranno sottoposti ad alcun obbligo documentale (e l’azienda non sarà obbligata a fornire informazioni sulla loro sicurezza).

Per tale ragione, pur riconoscendo l'approccio innovativo di REACH nella gestione della chimica in Europa, Greenpeace ritiene che il testo debba essere ancora rafforzato nel corso delle revisioni che avranno luogo nei dodici anni successivi alla sua entrata in vigore. La Commissione europea e gli Stati membri avranno, quindi, l'opportunità di migliorare la legislazione in linea con quanto richiesto negli ultimi anni dalla società civile e da alcuni dei principali partiti politici, affinché REACH assegni la giusta priorità alla protezione dell'ambiente e della salute umana.

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