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Catture accidentali

Pagina - 29 dicembre, 2010
Molte tecniche di pesca sono tutt'altro che selettive: oltre alle specie bersaglio, vengono catturati - e poi gettati in mare morti o morenti- molti altri pesci. In alcuni tipi di pesca a strascico dei gamberi il tasso di catture accidentali raggiunge in alcuni casi il 90 per cento del pescato. È difficile avere una stima attendibile del fenomeno. Gli ultimi rapporti suggeriscono che circa l'8 per cento del pescato totale viene scartato.

La cattura accidentale di mammiferi, uccelli marini, tartarughe, squali e di molte altre specie è ancora uno dei principali problemi in molte zone del mondo. Oltre alle specie non bersaglio, il fenomeno delle catture accidentali riguarda anche la cattura di esemplari di specie bersaglio che non hanno però valore commerciale, essendo di taglia inferiore alla media. Una quantità stimata tra i 6,8 e i 27 milioni di tonnellate di pesce viene scartata ogni anno. L'incertezza della stima è la spia della mancanza di dati attendibili su questo importante fenomeno.

Il tasso di mortalità legato alle catture accidentali è tale che in alcuni casi può avere effetti sull'ecosistema marino, sia per le popolazioni ittiche e per l'ambiente che per le comunità locali. Quello delle catture accidentali è secondo molti uno degli aspetti più seri dell'impatto ambientale della moderna pesca commerciale.

Le vittime

Alle diverse tecniche di pesca sono associate la cattura accidentale di vari tipi di specie animali: le reti derivanti - come le spadare in Italia - uccidono i delfini, le balene e altri cetacei; l'uso del palamito (un sistema con centinaia, o migliaia, di ami) uccide gli uccelli marini, mentre la pesca a strascico devasta i fondali e distrugge gli ecosistemi marini.

Si stima che quasi 100 milioni di squali e di razze vengano ogni anno catturati per sbaglio e buttati a mare. La pesca del tonno, responsabile un tempo di moltissime catture accidentali di delfini, è ancora responsabile della morte di molti squali e tartarughe e, a causa dell’utilizzo di FAD (Sistemi di aggregazione per pesci), della cattura di numerosi esemplari giovani di tonno obeso e pinna gialla, contribuendo all’esaurimento di tali stock. Ogni anno ben 300mila cetacei - balene, delfini e altre specie - rimangono intrappolati nelle reti e circa 100mila esemplari di albatros muoiono a causa dei palamiti.

La pesca a strascico è distruttiva perché spazza letteralmente via i fondali, distruggendo tutte le forme di vita. Oltre alle specie bersaglio, vengono catturate specie prive di valore commerciale come spugne, gorgonie e coralli. Anche un solo passaggio di una rete a strascico rimuove fino al 20 per cento della flora e della fauna dei fondali.

Tecnologia

Ci sono molti accorgimenti tecnici che possono essere utilizzati per ridurre il fenomeno delle catture accidentali. Possono essere usati dispositivi per l'allontanamento delle tartarughe dalle reti o degli uccelli dai palamiti o altri per evitare che i delfini rimangano intrappolati.

Anche se questi dispositivi sono utili, non possono da soli risolvere il problema. A un livello più generale, l'unica soluzione è quella di controllare l'intensità delle attività di pesca. Questo obiettivo può essere più facilmente raggiunto attraverso la creazione di riserve marine. Nel caso invece di specie migranti, come i cetacei e gli uccelli marini, per impedire la cattura accidentale si deve rinunciare all'impiego di alcuni tipi di pesca particolarmente dannosi.

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