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Antartide

Pagina - 3 gennaio, 2011
Un primo passo importante per proteggere l’Antartide è stato fatto con il Trattato Antartico e gli Accordi a esso collegati. In particolare, l’accordo storico del 1991, che proibisce tutte le estrazioni minerarie nell'area per cinquant’anni, ha definito un esempio illustre di nuove relazioni internazionali a difesa dell’ambiente.

Greenpeace ha giocato un ruolo di primo piano per assicurare questa moratoria e per condurre Paesi con posizioni estremamente diversificate a sostenere la campagna “World Park Antartica”. Nonostante il Trattato, l’Antartide e l’Oceano Antartico non sono ancora al sicuro.
L’ultimo (o quasi) continente incontaminato di questo pianeta e i suoi oceani, sono minacciati dalla caccia baleniera, la pesca eccessiva e i cambiamenti climatici.
Anche se alcune aree si sono raffreddate, studi recenti mostrano che nel suo complesso il continente si sta riscaldando: almeno l'87% dei ghiacciai della Penisola Antartica si è ritirato, secondo dati raccolti negli ultimi sessant'anni.

Specie minacciate
Il ghiaccio marino è importante per la fauna dell'Antartide, tanto quanto per quella dell'Artico. Varie specie di pinguini come il pinguino di Adelia (Pygoscelis adeliae) e il pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) hanno bisogno del ghiaccio marino per la ricerca del cibo e per riprodursi. Secondo uno studio del Woods Hole Oceanographic Institution, la colonia del pinguino imperatore della Terra di Adelia  potrebbe ridursi del 95% entro la fine del secolo.
Il krill (Euphasia superba) è un gamberetto che è alla base delle reti alimentari antartiche e usa il ghiaccio marino come "nursery" (cioè come area di riproduzione): una riduzione del ghiaccio comporta una diminuzione dell'abbondanza di krill nella successiva estate antartica. Questa diminuzione ha effetti pericolosi per le popolazioni di balene, foche e pinguini che si nutrono dil krill (assieme a molte altre specie, comprese varie popolazioni ittiche di importanza commerciale). Un’altra grave minaccia per il krill è la pesca: in continuo aumento, potrebbe causare una seria diminuzione locale dei banchi di krill, con conseguenze gravi per alcune popolazioni di predatori. Si rischia di far saltare le basi stesse delle reti alimentari antartiche!

Governare e proteggere l’Antartide
Sebbene nel Trattato Antartico siano già presenti tutti i meccanismi legali e procedurali per realizzare nell’Oceano Antartico una rete ampia e significativa di riserve marine, i progressi sono stati finora lentissimi.
Greenpeace chiede alle Nazioni Unite e ai Governi del Pianeta di impegnarsi concretamente a salvare l’Antartide: gli Stati Membri del Trattato Antartico devono onorare il loro impegno, dedicando il continente “alla pace e alla scienza” e realizzando una rete ampia e rappresentativa di riserve marine nell’Oceano Antartico. È vitale che si recuperi il tempo perso e che almeno il 40% dell’Oceano Antartico sia protetto integralmente da una rete di riserve marine.

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