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Artico

Pagina - 3 gennaio, 2011
Gli impatti dei cambiamenti climatici sull’ecosistema dell’Artico sono tra i più gravi mai registrati: alcune aree hanno subito un un rapido declino dello spessore e dell’estensione della copertura dei ghiacci. Secondo alcuni modelli, l’Oceano Artico potrebbe essere libero dai ghiacci nel 2030, secondo altri… nel 2012.

Il ritirarsi dei ghiacci nell’Artico attira sciacalli di ogni tipo: dall’industria estrattiva (minerali e combustibili fossili) fino a quelle flotte pescherecce. L’Oceano più settentrionale del pianeta ha un urgente bisogno di protezione!

Minacce per tutti
Il ghiaccio marino regola tutta la vita dell’Artico. Mentre si riduce e si assottiglia, gli effetti su fauna, flora e sulle popolazioni umane diventano sempre più pesanti. L’aumento del livello del mare e la riduzione della copertura dei ghiacci fanno arrivare sulla costa onde sempre più alte, che causano fenomeni erosivi e l’evacuazione forzata di alcuni villaggi. Senza ghiaccio, inoltre, per le popolazioni indigene l'accesso alle risorse sarà sempre più difficile: i cacciatori devono allontanarsi sempre di più dai villaggi per cacciare.

Alcune specie sono già in grave pericolo, prossime all’estinzione. Ad esempio, gli orsi polari (Ursus maritimus) dipendono per l’intero ciclo di vita dal ghiaccio marino: le ricerche scientifiche confermano che sempre più spesso gli orsi polari annegano durante l’estate artica perché costretti a nuotate estenuanti per raggiungere piattaforme di ghiaccio sempre più distanti e sottili. Molti altri animali, come varie specie di foche, trichechi e balene, dipendono dal ghiaccio marino e sono perciò particolarmente a rischio.

Governare e proteggere l’Artico
Mentre esiste un Trattato Internazionale che regola le attività umane al Polo Sud, per l’Artico non esiste niente del genere. Esiste solo un puzzle di regole e norme variamente diversificate, in gran parte non vincolanti: al momento l’Oceano Artico è solo terra di conquista, aperta al sovrasfruttamento e all’illegalità.

Nel 1996 è stato creato l’Arctic Council (Consiglio Artico), un forum intergovernativo che raccoglie otto Paesi (Canada, Danimarca /Groenlandia / Faroe, Islanda, Finlandia, Norvegia, Russia, Svezia e Usa) e sei organizzazioni di Popoli Nativi. Purtroppo ad oggi, dopo anni di tentativi per mettere a punto un sistema di governo efficace, il Consiglio Artico è riuscito a emanare solo raccomandazioni non vincolanti e l’agenda dei singoli Stati Membri del Consiglio Artico sembra muoversi verso l’apertura dell’Oceano Artico allo sfruttamento del petrolio e alla pesca industrializzata.

È chiara l’esigenza di un accordo o di un trattato multilaterale, in cui il Consiglio Artico si impegni ad assicurare il massimo della protezione a un ecosistema che finora è stato protetto dai ghiacci. Mentre viene negoziato un accordo, che sia trasparente, inclusivo e giusto, tutti dovrebbero “congelare” le proprie mire sull’Artico.Greenpeace chiede alle Nazioni Unite e ai Paesi di tutto il mondo di stabilire una moratoria immediata per fermare l’espansione delle attività industriali nelle aree rese via via accessibili dal ritirarsi dei ghiacci.

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