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I cittadini insieme a Greenpeace chiedono di fermare gli scarichi di PFAS in Veneto

Comunicato stampa - 5 luglio, 2017
Una scritta umana di circa 500 metri quadri, composta da un centinaio di persone sulle colline di Montecchio Maggiore, in prossimità dei castelli di Romeo e Giulietta, per mandare un messaggio forte e inequivocabile: “NO PFAS”. Con questa azione, ripresa dall’alto, i cittadini di Montecchio Maggiore, Lonigo e altri comuni limitrofi hanno voluto ribadire insieme ai volontari di Greenpeace la richiesta alla Regione Veneto di fermare immediatamente chi inquina.

“Migliaia di cittadini veneti continuano a convivere quotidianamente con l’inquinamento da PFAS e a pagarne le conseguenze sulla propria pelle. Le persone non vogliono più queste sostanze né nella loro acqua né nel proprio sangue e di quello dei propri figli” dichiara Giuseppe Ungherese responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. “Ogni nanogrammo di PFAS sversato nell’ambiente va ad aggravare una situazione già gravissima. È necessario che la Regione Veneto agisca alla radice del problema, fermando subito chi inquina, e emanando un provvedimento per favorire una rapida riconversione industriale di tutti quei processi responsabili dell’inquinamento da PFAS. Alternative più sicure a queste sostanze esistono e sono già disponibili sul mercato”

I primi dati del biomonitoraggio condotto dalla Regione Veneto, circa la presenza di PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) in campioni ematici di cittadini della zona a maggiore contaminazione, mostrano una situazione estremamente preoccupante. Inoltre, come evidenziato dalla delibera della Giunta Regionale 851 dello scorso 13 giugno, si prevede che la metà dei soggetti valutati abbia valori elevati di PFAS nel proprio sangue. Questi risultati confermano che i provvedimenti di tipo sanitario adottati finora dalla Regione non sono sufficienti a tutelare adeguatamente la salute e la sicurezza dei cittadini.

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