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I nostri avvocati chiedono i visti di uscita per gli Arctic30

Comunicato stampa - 4 dicembre, 2013
Gli avvocati degli Arctic30 hanno presentato domanda al Comitato Investigativo per ottenere i visti di uscita per gli attivisti di nazionalità non russa. Se le richieste saranno approvate, gli attivisti potranno lasciare la Russia in attesa che le indagini sulla protesta pacifica di Greenpeace nell’Artico facciano il loro corso.

Gli attivisti stranieri, 26 persone di 17 differenti nazionalità, hanno ricevuto i loro passaporti dopo il rilascio su cauzione. Al momento però non dispongono del visto che permetterebbe loro di lasciare la Russia e risiedono tutti in un albergo di San Pietroburgo. Le richieste per i visti di uscita saranno formalizzate nei prossimi giorni e il Comitato Investigativo dovrà rispondere entro tre giorni.

Jasper Teulings, Consulente legale di Greenpeace International dichiara:
«Si tratta di una situazione inedita: gli Arctic30 sono stati accusati e sottoposti a custodia cautelare in Russia dopo essere stati fermati in acque internazionali, fuori dal territorio russo. Speriamo che questa questione possa essere risolta. Greenpeace continuerà a contestare l’accusa di vandalismo e a richiedere il ritiro di tutte le accuse».

Gli avvocati stanno anche chiedendo al Comitato Investigativo chiarimenti su quando sarà necessario che gli Arctic30 si ripresentino in Russia per l’indagine.

Pochi giorni fa il Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (ITLOS) ha ordinato alla Russia di rilasciare la nave Arctic Sunrise e gli Arctic30 dopo la presentazione di una garanzia di 3.6 milioni di euro da parte dell’Olanda.

«Noi di Greenpeace siamo contenti che l’Olanda abbia eseguito l’ordine del tribunale. La Russia è obbligata anch’essa a rispettarlo e a rilasciare l’Arctic Sunrise e gli Arctic 30. Greenpeace immagina che anche la Federazione Russa si conformerà alla decisione del Tribunale» ha aggiunto Teulings.

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