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Indagata per pirateria l'attivista italiana ferita durante una protesta contro le trivellazioni in Spagna

Comunicato stampa - 28 luglio, 2015
Matilde, l’attivista italiana di Greenpeace ferita dalla Marina Militare spagnola lo scorso novembre durante un’azione contro le trivellazioni alle Canarie, è comparsa oggi davanti a un tribunale spagnolo per difendersi dall’accusa di pirateria. Matilde rischia da uno a tre anni di carcere, ma è stata ascoltata sia come indagata sia come vittima perché Greenpeace ha a sua volta denunciato la Marina spagnola per negligenza e il ferimento di tre attivisti.

Lo scorso 14 novembre Matilde era a bordo di uno dei gommoni di Greenpeace che si erano avvicinati alla Rowan Renaissance, una nave impegnata nelle prospezioni petrolifere alle Canarie. Il gommone fu speronato dai mezzi della Marina spagnola e Matilde cadde in acqua riportando una frattura scomposta della tibia e del perone. Soccorsa da un’imbarcazione della stessa Marina e trasferita in elicottero all’ospedale di Las Palmas, dovette sottoporsi a un intervento chirurgico d’urgenza.

«È paradossale che si denunci la vittima invece degli autori del fatto. Questo lascia pensare che la Marina spagnola voglia eludere le proprie responsabilità per un’aggressione che poteva costare la vita alla nostra attivista», dichiara Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia. «Ci preoccupa che un cittadino italiano possa essere accusato di pirateria in uno Stato dell’Unione Europea per una protesta pacifica e non violenta».

In questi giorni, oltre a Matilde, sono comparsi in tribunale anche gli altri attivisti feriti, ma solo in qualità di vittime: la ventiquattrenne italiana è infatti l’unica a essere indagata per pirateria, reato previsto per chi è accusato di resistenza o disobbedienza agli ordini della Marina.

Greenpeace protestava pacificamente al fianco della maggioranza della popolazione locale che si oppone alle trivellazioni. L’associazione ambientalista ha scelto proprio le Canarie come modello di isole che possono diventare 100 per cento rinnovabili, come è già oggi l’isola di El Hierro.

Guarda il video dell’azione del 15 novembre 2014

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