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La centrale a carbone di Porto Tolle fa male anche al lavoro

Comunicato stampa - 20 luglio, 2011
Greenpeace replica alla nota emessa oggi dal Comitato dei lavoratori della centrale Enel di Porto Tolle che sostengono la riconversione a carbone dell'impianto.

"Ci auguriamo che i lavoratori di Porto Tolle non debbano accorgersi presto o tardi che i numeri sull'occupazione comunicati da Enel per il progetto della centrale a carbone sono quello che sono: sonore balle. La riconversione farebbe male non solo all'ambiente, al clima e alla salute dei cittadini ma anche al lavoro. Enel può spendere i due miliardi e mezzo di euro previsti per il carbone in energie rinnovabili ed efficienza energetica, creando così molti più posti di lavoro senza danneggiare i comparti della pesca, del turismo e dell'agricoltura" afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace.

Se Enel procedesse a una riconversione a gas della centrale di Porto Tolle, spenderebbe, a parità di potenza installata, circa la metà di quanto farebbe per il carbone, occupando poco meno. Il risparmio che verrebbe all'azienda, potrebbe essere investito in energia pulita o in efficienza.

Nella tabella qui sotto sono indicati, per diverse fonti, i rendimenti dei due miliardi e mezzo di euro che Enel vuole investire per la conversione a carbone di Porto Tolle, espressi in termini di capacità installata, produzione e creazione di posti di lavoro nelle diverse fasi.

Fonte

Potenza installata (GW)

Produzione (TWh/anno)

Posti di lavoro previsti

Costruzione, fabbricazione e installazione (persone/anni)

Funzionamento e manutenzione

Eolico Onshore

2.5

3.8

38.500

1000

Solare FV

0.8

1

30.700

320

Biomasse

1.1

4.3

4.700

3410

Carbone

2

13

12.000

200

Tabella  - Resa industriale e occupazionale di 2.5 mln euro per fonti rinnovabili e carbone

In fase di funzionamento, la ricaduta occupazionale migliore è data dalle fonti rinnovabili. Nella fase di costruzione solo le biomasse occupano meno del carbone  ma - in fase di funzionamento - garantiscono un'occupazione 17 volte superiore. In altre parole, con due miliardi e mezzo di euro si possono:
"    costruire 2.5 GW di eolico onshore e occupare 3850 persone per 10 anni
"    costruire 0.8 GW di solare FV e occupare 3070 persone per 10 anni
"    costruire 1.1 GW a biomasse e occupare 470 persone per 10 anni

In termini di funzionamento e manutenzione degli impianti, si possono impiegare stabilmente mille persone con l'eolico onshore, 320 persone con il solare FV e 3410 persone con le biomasse.

Se poi si adottano gli indici di resa occupazionale ed ambientale individuati da Confindustria per l'efficienza energetica [1], due miliardi e mezzo di euro di investimenti corrispondono a 245 mila ULA (Unità Lavoro Anno) contro le 21 mila previste per la conversione e il funzionamento della centrale a carbone; ovvero, l'efficienza occupa oltre 10 volte più del carbone e fa risparmiare 3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 l'anno.


Note:
[1] Proposte di Confindustria per il Piano Straordinario di EFFICIENZA ENERGETICA 2010

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