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Pfas: positivo l’impegno della Regione Veneto per riduzione livelli in acque potabili, ma si passi in fretta dalle parole ai fatti

Comunicato stampa - 8 giugno, 2017
Commentando l’annuncio fatto nelle ultime ore dal Governatore del Veneto Luca Zaia in merito ai limiti di PFAS nell’acqua potabile - che secondo lo stesso Governatore sono troppo alti nella sua Regione - e le notizie di stampa su una conseguente richiesta inviata al Ministero della Salute per abbassare i livelli consentiti, Giuseppe Ungherese di Greenpeace Italia dichiara:

«Accogliamo con favore le parole di Zaia. È però paradossale che solo ora la Regione si accorga che i limiti di PFAS vigenti in Veneto siano tra i più alti al mondo. Speriamo vivamente che quanto affermato dal Governatore si concretizzi in tempi brevi, visto che tanti cittadini veneti ancora oggi ricevono acqua che in altre nazioni non sarebbe considerata sicura per la salute»

Alle parole di Zaia, sempre a mezzo stampa, hanno fatto seguito le dichiarazioni dell’Assessore alla Sanità Luca Coletto, che ha affermato di voler eliminare dalla produzione PFAS da 8 a 4 atomi di carbonio, ovvero composti sia a catena lunga che a catena corta.

«Oltre che fermare immediatamente gli scarichi inquinanti, è necessario promuovere una rapida riconversione industriale di tutti quei processi responsabili dell’inquinamento da PFAS, anche perché alternative sicure a queste sostanze esistono e sono già disponibili sul mercato», continua Ungherese. «Greenpeace continuerà a monitorare il comportamento della Regione per verificare che agli annunci seguano nel più breve tempo possibile dei fatti», conclude.

Nei mesi scorsi Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere alla Regione Veneto di censire e bloccare tutte le fonti di inquinamento da PFAS, sostanze chimiche pericolose per l’ambiente e per l’uomo, e di adottare livelli di sicurezza di PFAS nell’acqua potabile in linea con i valori più restrittivi vigenti in altri Paesi.

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