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Triglie al mercurio nel mare di Vado Ligure

Comunicato stampa - 17 settembre, 2012
Triglie al mercurio pescate nelle acque di Vado Ligure, ma anche valori allarmanti di arsenico e leggermente oltre alla norma di piombo.

Oggi, in occasione della Conferenza dei Servizi per l'AIA (Autorizzazione integrata ambientale) per la Centrale a carbone di Vado Ligure, che si è svolta al Ministero dell’Ambiente, Greenpeace ha presentato i dati sulle analisi delle triglie pescate a Vado ritenendo importante che sulla causa di tale contaminazione, di cui la centrale a carbone è il maggior indiziato, si faccia chiarezza.

 

L’associazione ambientalista ha in corso una serie di campionamenti per verificare gli effetti dell’immissione di sostanze inquinanti nel Santuario dei Cetacei del Mar Ligure. Nelle scorse settimane sono stati campionati esemplari di triglia i cui muscoli sono stati analizzati per i seguenti inquinanti: arsenico, cadmio, cromo totale e cromo esavalente, mercurio, piombo e Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici) totali. I campioni sono stati ottenuti da pescatori che operano con attrezzi fissi nei pressi dei porti di sbarco Piombino, Livorno, Genova e Vado Ligure.


Le analisi fino ad ora effettuate hanno rilevato il superamento dei limiti imposti dalla norma solo per il sito di Vado Ligure. Qui, su sette esemplari di triglia di scoglio campionati, due avevano valori oltre la norma per il Mercurio e due valori oltre la norma (seppur di poco) per il Piombo.

Sebbene si tratti di risultati preliminari e sia difficile stabilire una corrispondenza univoca tra le emissioni della centrale a carbone di Vado Ligure e il tenore di questi inquinanti nella fauna esaminata, questo è un campanello d’allarme piuttosto serio.


È ben noto che la combustione del carbone contribuisce per il 70% all’immissione nell’ambiente di mercurio; che è considerato una  bioaccumulante persistente e nell’ambiente marino è trasformato, dal metabolismo dei microorganismi, in composti organici come il metilmercurio, tristemente noti per gli effetti neurotossici.


Dai campionamenti di Greenpeace risultano inoltre valori particolarmente allarmanti per l’arsenico, uno dei metalli pesanti tipici della combustione del carbone. In genere negli alimenti, secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, le concentrazioni di arsenico inorganico di background (cioè in aree non contaminate) vanno da qualche microgrammo/kg ad alcune decine di microgrammi/kg. Le tracce di arsenico rinvenute nella fauna ittica analizzata in questo caso, invece, sono nell’ordine di grandezza dei milligrammi: dunque, qualche migliaio di volte superiori ai valori standard. L'arsenico inorganico (quello tossico) è rapidamente e quasi completamente assorbito subito dopo l'ingestione dall'apparato gastrointestinale e in seguito si distribuisce in quasi tutti gli organi, attraversando facilmente anche la barriera placentare.

Greenpeace ricorda inoltre che, applicando la metodologia utilizzata dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, le sole emissioni della centrale di Vado Ligure (dati 2009) di PM10, NOx e SOx producono una stima  di 54 morti premature l’anno (con un danno economico complessivo stimato in 248 milioni di euro/anno). L’associazione ritiene dunque che il potenziamento della centrale sia in aperto contrasto con l’interesse delle popolazioni locali e, causando il contributo alle emissioni di gas climalteranti, anche con l’interesse generale.


Leggi il rapporto “Enel, il carbone costa un morto al giorno”: www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2012/clima/Enel-Il-carbone-costa-un-morto-al-giorno.pdf