Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

Video shock. Mante e delfini uccisi per una scatoletta di tonno

Comunicato stampa - 17 novembre, 2011
Oggi Greenpeace svela la poca trasparenza dell'industria del tonno in scatola con il rapporto "I segreti del tonno. Cosa si nasconde in una scatoletta?" [1] e mostra con un video shock i segreti della pesca al tonno che troppo spesso finisce nelle scatolette degli italiani. Immagini in anteprima su: http://www.youtube.com/watch?v=6JlKwoUtMk4

Quando un consumatore acquista una scatoletta di tonno non sa davvero cosa compra. I risultati del monitoraggio, condotto dopo l'estate in 173 punti vendita, sulle etichette di oltre duemila scatolette dei marchi più diffusi in Italia, parlano chiaro: le informazioni riportate in etichetta sono insufficienti per un acquisto responsabile. Nella metà dei casi non sappiamo che specie di tonno mangiamo e pochi ci dicono da dove arriva: solo il 7 per cento delle scatolette indica l'area di pesca. Quasi nessuno specifica come è stato pescato: nel 97 per cento delle scatolette, infatti, il metodo di pesca non è indicato.

Eccessiva, indiscriminata e troppo spesso illegale, la pesca del tonno minaccia l'intero ecosistema marino. Cinque delle otto specie di tonno di interesse commerciale[2] sono a rischio, compreso il tonno pinna gialla, il più consumato in Italia. Troppe volte nelle scatolette finisce tonno pescato con metodi distruttivi, come i palamiti e le reti a circuizione con "sistemi di aggregazione per pesci" (FAD).

Il video shock diffuso da Greenpeace è stato girato da un pilota di elicotteri dell'industria del tonno su un peschereccio coreano nell'Oceano Pacifico. Il filmato documenta le conseguenze devastanti della pesca con i FAD, responsabile dell'uccisione di diverse specie marine tra cui squali, mante, e a volte tartarughe, balene e delfini. I FAD sono oggetti galleggianti utilizzati per "concentrare" i tonni, purtroppo in modo accidentale finiscono nelle reti anche specie a rischio di estinzione ed esemplari giovani di tonno, andando a peggiorare la crisi degli stock. Si stima che, per ogni 10 chilogrammi di tonni catturati, si pesca un chilogrammo di altri animali "indesiderati". Le catture accessorie causate dalla pesca su FAD potrebbero superare le 182.000 tonnellate all'anno.

Oggi, in Italia non esiste una scatoletta di tonno cento per cento sostenibile. Greenpeace chiede che l'industria del tonno in scatola e le grandi catene di distribuzione garantiscano finalmente piena trasparenza ai consumatori  e si impegnino a vendere solo tonno pescato in maniera sostenibile. Impegnandosi prima di tutto a eliminare la terribile pesca con i FAD.

Il prossimo dicembre, a Palau, si terrà la riunione della Commissione che gestisce la pesca nel Pacifico Centro Occidentale (WCPFC), area di provenienza della maggior parte del tonno. Per scongiurare il collasso delle popolazioni di tonno tropicale, come già avvenuto per il tonno rosso del Mediterraneo, la Commissione dovrà prendere delle decisioni responsabili. Se vogliamo salvare il tonno tropicale è necessario eliminare i metodi di pesca più distruttivi, ridurre lo sforzo di pesca e tutelare con riserve marine le aree più importanti per la biologia di queste specie.

Link:
[1] Rapporto "I segreti del tonno. Cosa si nasconde in una scatoletta?":
http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/I-segreti-del-tonno/
[2] Secondo i criteri della lista rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Fonte: Collette BB, Carpenter KE, Polidoro BA, et al. (2011). High value and long life - Double jeopardy for tuna and billfishes. Science: 333: 291-2. Accesso Novembre 2011 a:
http://www.sciencemag.org/content/suppl/2011/07/06/science.1208730.DC1/1208730.Collette.SOM.Revision1.pdf

Categorie