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L’arca di Noè nuovamente sul Monte Ararat, ricostruita da Greenpeace

I leader riuniti al G8 di Heiligendamm non possono più ignorare la gravità dei mutamenti climatici in corso. A loro, Greenpeace dedica questa eccezionale azione

Comunicato stampa - 16 maggio, 2007
Sul Monte Ararat, a 2.500 metri sopra il livello del mare, una nuova Arca di Noè sta prendendo forma per richiamare l’attenzione dei Grandi del mondo sui cambiamenti climatici e stimolarli ad intervenire subito per arrestare quella che rappresenta la prima minaccia globale dei nostri tempi.

I volontari di Greenpeace costruiranno un'arca di 10 metri per 4 inviando un segnale forte ai leader di tutte le nazioni: non c'è più molto tempo, dobbiamo intervenire ora o il riscaldamento globale sarà causa di inondazioni, siccità, eventi meteorologici estremi, perdita di ecosistemi, desertificazione, aumento incontrollato delle malattie, oltre che migrazione di centinaia di milioni di persone.

«I cambiamenti climatici sono una realtà. Se nel prossimo G8 i Grandi del pianeta non prenderanno misure urgenti, radicali e a lungo termine, i prossimi decenni saranno anni di una devastazione tale come l'umanità non ne ha mai vissuta in epoca moderna» ha affermato Hilal Atici, di Greenpeace Turchia. «Tutto il mondo chiede ai leader di oggi di affrontare il problema e agire ora per ridurre fortemente le emissioni di gas serra».

Una carovana di 40 cavalli ha trainato fin sul Monte Ararat 12 metri cubi di assi di legno prefabbricato per iniziare la costruzione di supporti, chiglia e scheletro della barca. Nelle prossime settimane, una squadra di 20 carpentieri di nazionalità turca e tedesca completeranno la costruzione dell'imbarcazione, che verrà presentata ufficialmente al pubblico il 31 maggio prossimo, nel corso di una cerimonia durante la quale gli scalatori di Greenpeace saliranno sulla vetta alta 5.137 metri del Monte Ararat per sollecitare i leader di tutte le nazioni a fare della protezione del clima una realtà.

Recentemente, l'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite ha confermato l'impatto potenzialmente catastrofico dei cambiamenti climatici prodotti dall'uomo e ha richiesto che le emissioni globali vengano dimezzate entro il 2050. Questo significa che i Paesi del G8 dovranno tagliare le emissioni di gas serra del 30% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, e dell'80% entro la metà del secolo.

Greenpeace ha recentemente lanciato in tutto il mondo il Rapporto "Energy [R]evolution", una strategia globale per contrastare i pericoli legati ai cambiamenti climatici e mantenere il surriscaldamento globale sotto la soglia dei due gradi. "Energy [R]evolution" stabilisce un piano dettagliato fino al 2050 che mostra come dimezzare i gas serra al 2050 sia possibile utilizzando le fonti rinnovabili e le misure di efficienza energetica già oggi disponibili.

«Ad Heiligendamm saranno spese molte parole sui cambiamenti climatici, ma oggi è il momento di agire» ha dichiaro Francesco Tedesco, Responsabile Campagne Clima di Greenpeace Italia. «Chiediamo ai leader del G8 di adottare gli obiettivi di riduzione indicati dall'IPCC, e non buttare al vento l'ennesima opportunità». In tutto il mondo occorre fermare gli incentivi alle fonti fossili e al nucleare, e dirottare queste risorse al rapido sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Non abbiamo più tempo per aspettare: già oggi milioni di persone sono minacciate dai cambiamenti climatici.

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