I due attivisti sono stati arrestati il 20 giugno, più di un
mese dopo
che un'indagine di Greenpeace confermava l'informazione fornita
da un
impiegato della flotta baleniera, secondo cui l'equipaggio della
Nisshin
Maru contrabbandava carne di balena ricavandone grossi
guadagni.
"È evidente che le forze politiche all'interno
delleistituzioni
giapponesi stiano tentando di mettere a tacere una legittima
protesta
pacifica, con lo scopo di proteggere un cosiddetto programma
scientifico
di caccia alle balene" dichiara Gerd Leipold, direttore
esecutivodi
Greenpeace International. "Non è stata una semplice indagine di
polizia
sul presunto furto di uno scatolone; Junichi e Toru non
avrebbero dovuto
essere trattenuti visto che hanno intercettato la prova di
un
contrabbando e l'hanno consegnata alle autorità per le
indagini,
offrendo piena collaborazione".
"Invece di perseguire chi ha scoperto crimini all'interno del
programma
di caccia alle balene, il governo giapponese dovrebbe revocare
tutti i
permessi di caccia alle balene nell'Antartico, rilasciare gli
attivisti
e avviare subito un'indagine sullo scandalo della carne di
balena"
continua Gerd.
Più di 230.000 mila persone da tutto il mondo hanno inviato
lettere al
Governo Giapponese per chiedere il rilascio di Junichi e Toru
e
l'apertura di un'indagine completa sullo scandalo del furto di
carne di
balena. Proteste si sono svolte fuori dalle ambasciate
giapponesi di 35
città, in 30 nazioni. Quasi 30 associazioni ambientaliste e
umanitarie
hanno espresso la loro solidarietà, incluse Amnesty
International,
Lawyers Network for Human Rights Observation, International Fund
for
Animal Welfare, InArticle 19, Transparency International,
Oceana,
Ubuntu, e Oxfam.