Comunicato stampa - 28 ottobre, 2008
La nave appoggio della flotta baleniera giapponese in Antartide, l’Oriental Bluebird, è stata privata della bandiera panamense dalle Autorità dello Stato caraibico che ha anche multato la nave di 10.000 dollari per aver violato numerose norme del codice di navigazione.
L’Oriental Bluebird è stata utilizzata negli ultimi anni come nave appoggio dalla flotta baleniera armata dal Governo del Giappone per la caccia nel Santuario delle balene dell’Oceano Antartico. Questa nave è usata per portare carburante alla flotta baleniera e riportare in Giappone la carne di balena impacchettata e congelata.
Gli attivisti di Greenpeace - a bordo dei gommoni – hanno aggiunto "Falso" in giapponese alla scritta "Ricerca" che campeggia sulla fiancata della Nisshin Maru. L'Esperanza è riuscita a cacciare la nave macelleria fuori dal Santuario dei Ceatcei dell'Oceano Antartico.
Il procedimento giudiziario, concluso dalle Autorità di Panama
lo scorso 8 ottobre, ha dimostrato che la Hiyo Shipping Co., la
compagnia proprietaria dell'Oriental Bluebird, ha violato numerose
norme nazionali ed internazionali, relative agli usi consentiti
della nave, alla sicurezza dell'equipaggio (Convenzione SOLAS) e
dell'ambiente marino (Convenzione MARPOL). Questa decisione fa
seguito alle azioni degli attivisti di Greenpeace contro l'Oriental
Bluebird nel Santuario delle Balene dell'Oceano Antartico nel
gennaio 2008, cui è seguita un'azione di pressione a Panama. La
sanzione imposta all'Oriental Bluebird è quella massima ammessa
dalla legge panamense: 10.000 Balboas, pari a 10.000 dollari.
"L'Oriental Bluebird è diventata la feccia degli Oceani e i suoi
padroni cercheranno un'altra bandiera ombra sotto cui nascondere le
proprie vergogne- avverte Alessandro Giannì, responsabile della
Campagna Mare di Greenpeace.- Se il Giappone continuasse ad usare
questa nave sarebbe un'altra beffa al diritto internazionale!".
Greenpeace chiede al Giappone non solo di non usare più l'Oriental
Bluebird ma anche e soprattutto di fermare la cosiddetta "ricerca
scientifica" sotto cui si cela la caccia baleniera. E la comunità
internazionale ha il dovere di pretendere dal Giappone uno stop
immediato.
L'Oriental Bluedird è ora nel porto giapponese di Shimonoseki,
assieme al resto della flotta baleniera, pronta a partire per
l'Oceano Antartico, tra qualche settimana. La "flotta della
vergogna" quest'anno si è "arricchita" di un'imbarcazione della
Guardia costiera che, con la modica spesa di altri 8 milioni di
dollari (in aggiunta alle decine di milioni di dollari spesi ogni
anno per sostenere un'attività in forte perdita come la caccia
baleniera) dovrebbe proteggerla dalle attività di protesta.
Nel frattempo, due attivisti di Greenpeace, Junichi Sato and
Toru Suzuki, sono sempre agli arresti domiciliari e rischiano una
decina di anni di carcere per aver denunciato il contrabbando di
carne di balena che caratterizza il "programma di ricerca
scientifica" della flotta baleniera. Un arresto politicamente
motivato per bloccare l'opposizione alla caccia baleniera.
"Ormai le prove che la caccia baleniera sia illegale si stanno
accumulando" aggiunge Giannì. "Che aspettano a fermarsi? Non si
sono già abbastanza coperti di ridicolo e di vergogna?"