Comunicato stampa - 15 aprile, 2005
L'Unione Europea ha deciso oggi il blocco delle importazioni di glutine di mais proveniente dagli Stati Uniti sprovvisto di apposito certificato che escluda la presenza Bt10, un tipo di mais geneticamente modificato non autorizzato.
Attivisti di Greenpeace protestano contro l'introduzione in Europa degli organismi geneticamente modificati.
Questa decisione segue la recente scoperta che ha rivelato come
negli ultimi quattro anni il Bt10 sia entrato illegalmente in
Europa. Tale decisione significa, in pratica, il divieto de facto
per questo tipo di importazioni, visto che la Syngenta, che ha
prodotto il Bt10, non è stata in grado di fornire il metodo per
rintracciare questo Ogm.
Greenpeace apprezza tale decisione ma avverte che, senza
ulteriori e coerenti azioni da parte dell'Unione Europea, questo
non resterà un caso isolato. La mancanza di controlli negli Stati
Uniti come in altre parti del mondo espone l'Europa a un alto
rischio di importazioni illegali di Ogm: quel che è accaduto con il
mais potrebbe ripetersi con frumento, riso, soia o colza.
"Al momento l'Europa non è in grado di difendersi da
contaminazioni di Ogm che possono arrecare danno alla salute e
all'ambiente. Finché le autorità dell'Unione Europea non avranno
strumenti che consentano adeguate analisi per tutti gli Ogm
prodotti negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, l'Europa
deve vietare l'ingresso di qualsiasi alimento, mangime o semente, a
rischio di contaminazione da Ogm illegali", afferma Federica
Ferrario, campagna Ogm di Greenpeace.
Due giorni fa Greenpeace aveva denunciato la presenza di un riso
Ogm in Cina non autorizzato in nessuna parte del mondo. La Cina ha
esportato più di 15.000 tonnellate di riso in Europa nel 2003.
"L'Europa deve adottare velocemente la decisione presa oggi sul
Bt10 e fronteggiare la più ampia minaccia di importazioni da tutti
i Paesi che sperimentano Ogm non autorizzati. L'affare Bt10 ha
mostrato evidenti lacune nelle procedure di controllo su ambedue le
sponde dell'Atlantico. Le misure definite oggi non colmano queste
lacune" conclude Ferrario.