Comunicato stampa - 10 marzo, 2009
Centinaia di attivisti di Greenpeace da tutta Europa hanno bloccato l’uscita dell’edificio dove i ministri europei dell’Economia stanno decidendo come aiutare i Paesi in via di sviluppo per fronteggiare i cambiamenti climatici. Gli attivisti hanno sigillato l’edificio e si rifiutano di lasciar uscire i ministri fino a quando non avranno preso un impegno concreto per “SALVAR€ IL CLIMA”. (Gli attivisti provengono da 16 Paesi europei oltre a Turchia, Russia, Israele e Libano, tra questi sono 18 gli italiani).
350 attivisti bloccano le porte del palazzo della Commissione europea
"I ministri dell'Economia stanno concedendo alle banche e ai
loro manager miliardi di soldi dei contribuenti, ma non ancora
sborsato un singolo centesimo di euro per affrontare la crisi del
clima - denuncia Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia,
in questo momento a Bruxelles insieme agli attivisti - Se il
Pianeta fosse stato una banca, lo avrebbero già salvato".
Per ridurre le emissioni di gas serra e far fronte agli impatti
già inevitabili dei cambiamenti climatici, i Paesi in Via di
Sviluppo necessitano di almeno 110 miliardi di euro all'anno dai
paesi ricchi da qui al 2020. Il contributo di ciascun paese al
piano di salvataggio del clima si basa sulla propria capacità a
pagare e sulla sua responsabilità ai cambiamenti climatici.
L'Europa dovrebbe contribuire con 35 miliardi di euro all'anno fino
al 2020, che equivalgono ad appena 1.30 euro a settimana per ogni
cittadino europeo, pari al costo di un cappuccino in Italia.
"I Paesi dell'UE hanno già dato in varie forme 1700 miliardi di
euro alle banche: è come se ciascun cittadino europeo avesse
invitato una banca a cena, una volta alla settimana per un anno,
spendendo 63 euro.- Spiega Onufrio - I nostri leader non sono
riusciti a dare una risposta ai segnali d'allarme della crisi
finanziaria e ora noi ne stiamo pagando il prezzo. Non possiamo
permettere che commettano lo stesso errore con la crisi del clima.
Ci vuole subito un consistente investimento per prevenire i
cambiamenti climatici in corso. In caso contrario ci giocheremo,
letteralmente, il Pianeta".
Per agevolare la raccolta di questi fondi, Greenpeace sostiene
la creazione di un nuovo meccanismo finanziario che obblighi le
nazioni più ricche a sostenere parzialmente il costo del proprio
impatto ambientale in termini di emissioni di gas serra.
La decisione di oggi è estremamente importante perché
influenzerà direttamente la posizione Europea all'interno dei
negoziati ONU sul clima che si svolgeranno a Copenhagen il prossimo
dicembre. I capi di stato si incontreranno a Bruxelles il 19 e 20
marzo per mettere una firma definitiva sull'impegno finanziario
europeo per aiutare i Paesi in via di sviluppo a fronteggiare i
gravi impatti dei cambiamenti climatici che già oggi stiamo
osservando.
Questa stessa settimana si svolgerà a Copenhagen, dal 10 al 12
marzo, la conferenza "Climate Change: Global Risks, Challenges and
Decisions" che farà il punto sugli ultimi sviluppi del fenomeno a
livello mondiale.
Notes: LINK
Briefing “La responsabilità finanziaria dell’Europa per un accordo globale sul clima”
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/clima-europa
Briefing english version http://www.greenpeace.org/financing-eu-responsibility