Comunicato stampa - 6 dicembre, 2005
Il naufragio della nave cementiera Margaret, al largo di La Spezia, con a bordo 85 mila litri di carburante, ripropone per Greenpeace il drammatico tema delle carrette dei mari. Le navi obsolete sono considerate "rifiuti tossici" dal diritto internazionale, in base alla Convenzione di Basilea, un trattato sull'esportazione di rifiuti tossici e pericolosi. È il risultato di una lunga battaglia condotta da Greenpeace e da altre organizzazioni ambientaliste.
Le navi obsolete sono considerate "rifiuti tossici". Nonostante contengano materiali tossici come amianto, PCB, vernici tossiche e residui di carburante, le navi obsolete hanno sempre preso la via dei Paesi più poveri. Si calcola che continui a morire una persona al giorno per questo business.
Lunedì prossimo inizierà a Ginevra la riunione del gruppo
congiunto sulla rottamazione delle navi, formato da IMO [
Organizzazione Marittima Internazionale ], ILO [ Organizzazione
internazionale del Lavoro ] e Convenzione di Basilea. In
quell'occasione Greenpeace, insieme alla Federazione Internazionale
dei diritti umani, presenterà un nuovo rapporto per denunciare
quante persone impiegate nello smantellamento delle navi muoiano in
India e Bangladesh.
"Navi come Margaret devono essere smantellate al più presto
perché rappresentano una bomba ecologica, ma dobbiamo preoccuparci
anche di come queste operazioni vengono portate avanti. Nonostante
contengano materiali tossici come amianto, PCB, vernici tossiche e
residui di carburante, le navi obsolete hanno sempre preso la via
dei Paesi più poveri. Si calcola che continui a morire una persona
al giorno per questo business, o lentamente per cancro o di morte
violenta per le esplosioni causate dal materiale infiammabile
rimasto nelle navi" afferma Vittoria Polidori, responsabile
campagna inquinamento di Greenpeace.
L'Imo non ha mai affrontato il problema della rottamazione delle
navi, ignorando i dossier di Greenpeace che hanno sempre denunciato
questo scandalo dell'industria navale. Eppure, in base alla
Convenzione di Basilea, firmata nel 1995 da 163 Paesi, sarebbe
bandita l'esportazione dei rifiuti pericolosi verso i Paesi in via
di sviluppo, inclusi i prodotti destinati al riciclaggio. Le navi
quindi andrebbero decontaminate prima di inviarle nei Paesi dove
vengono smantellate.
"La prossima settimana denunceremo a Ginevra questa situazione,
portando all'attenzione pubblica storie e volti delle migliaia di
persone che muoiono smantellando le carrette dei mari, per
un'esplosione accidentale o per un tumore ad anni di distanza.
Bisogna che l'industria navale si faccia carico del rispetto
dell'ambiente e dei diritti umani" commenta Polidori.