Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

A 22 anni da Cernobyl, ancora incidenti e problemi. Ed Enel rinuncia ai fondi per Mochovce

Comunicato stampa - 24 aprile, 2008
In occasione del ventiduesimo anniversario del disastro di Cernobyl, la lezione non è ancora stata recepita: in Spagna l’industria nucleare ha provato a insabbiare un grave incidente, mentre in Finlandia e in Francia si registrano ritardi e seri problemi tecnici nella costruzione dei nuovi reattori EPR. Intanto, dopo le proteste di Greenpeace in tutta Europa, la compagnia slovacca Slovenske Elektrarne, controllata al 66% da Enel, ha comunicato di rinunciare al finanziamento di 800 milioni di euro per il completamento dei due vecchi reattori sovietici 3&4 a Mochovce, in Slovacchia.

Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente.

In occasione del ventiduesimo anniversario del disastro

di Cernobyl, la lezione non è ancora stata recepita: in Spagna

l'industria nucleare ha provato a insabbiare un grave incidente, mentre

in Finlandia e in Francia si registrano ritardi e seri problemi tecnici

nella costruzione dei nuovi reattori EPR. Intanto, dopo le proteste di

Greenpeace in tutta Europa, la compagnia slovacca Slovenske Elektrarne,

controllata al 66% da Enel, ha comunicato di rinunciare al finanziamento

di 800 milioni di euro per il completamento dei due vecchi reattori

sovietici 3&4 a Mochovce, in Slovacchia.

Secondo le notizie in mano a Greenpeace, Enel/SE intende ora finanziare

con proprie risorse il completamento dei reattori, senza ricorrere a

nuovi finanziamenti. Sul progetto gravano tuttavia nodi irrisolti: per

esempio, la pericolosità dei reattori, privi di un guscio di

contenimento che possa tamponare la fuoriuscita di radioattività in caso

di incidente grave, e il sospetto di aiuti di stato illegali concessi

dal Governo slovacco. Tra le banche inizialmente coinvolte nel

finanziamento, anche Intesa Sanpaolo, che in seguito a due giornate di

mobilitazione degli attivisti di Greenepace in oltre venti città

italiane, aveva dichiarato di congelare la linea di credito per Mochovce

in vista di maggiori garanzie sulla sicurezza del progetto.

Riguardo all'incompetenza dell'industria nucleare, Greenpeace ha

rivelato lo scorso 5 aprile che un incidente alla centrale Asco-I in

Spagna ha avuto come conseguenza una contaminazione radioattiva della

popolazione che vive nell'area attorno alla centrale. Il gestore

dell'impianto Iberdrola-Endesa - quest'ultima controllata da Enel al 67%

- ha nascosto per quattro mesi l'accaduto. Dopo che Greenpeace ha

pubblicato i dettagli dell'incidente, l'agenzia di sicurezza nucleare

spagnola ha ora ammesso che l'entità era superiore di cento volte a

quanto dichiarato inizialmente, e che particelle radioattive si sono

diffuse a chilometri dalla centrale. Greenpeace ha dunque chiesto alla

Commissione Europea di effettuare una verifica urgente sull'incidente (1).

In Francia, dopo solo tre mesi dall'inizio della costruzione a

Flamaville dell'EPR, il reattore pressurizzato europeo simbolo del

cosiddetto "rinascimento nucleare", l'agenzia francese ASN ha scoperto

una serie di problemi seri (2) per quello che - secondo il costruttore

Areva - dovrebbe essere il progetto nucleare più economico, sicuro e

affidabile.

"L'industria nucleare rimane impantanata in incidenti, bugie,

insabbiamenti e incompetenza. Il rinascimento nucleare di oggi prepara

le nuove Cernobyl del futuro", commenta Giuseppe Onufrio, direttore

delle Campagne di Greenpeace: "Il nucleare rimane un esperimento fallito

del Ventesimo secolo che non potrà in alcun modo soddisfare il

fabbisogno futuro di energia o aiutare a contenere i cambiamenti climatici".

Secondo Greenpeace il nucleare non servirà a tagliare le emissioni di

gas a effetto serra del 50 per cento entro il 2050, taglio necessario

per evitare le conseguenze più catastrofiche dei cambiamenti climatici.

I governi che optano per il nucleare non aumenteranno la propria

indipendenza energetica, ma dipenderanno anzi dai pochi Paesi che hanno

la tecnologia e il combustibile. Greenpeace chiede dunque una

"Rivoluzione Energetica" basata su efficienza e fonti rinnovabili.

Notes: (1) http://www.greenpeace.org/international/press/reports/letter-from-greenpeace-spain-t (2) Lettere dell’ASN inviate al direttore dello sviluppo del reattore di Flamaville, rivelano che la base di cemento è stata colata in modo non corretto, la lastra di cemento su cui dovrebbe poggiare il reattore presenta fratture, le barre in acciaio di rinforzo sono state posate in modo sbagliato, il contenitore di metallo è stato saldato da una società priva delle certificazioni richieste, e un quarto delle saldature sono inadeguate. Inoltre, i controlli di qualità sono inefficaci o inesistenti e il costruttore ha fallito nel riparare agli errori già segnalati e a migliorare le procedure.

Categorie
Tag