Comunicato stampa - 28 marzo, 2006
La Cina è il principale responsabile del riciclaggio del legno illegale proveniente da alcune delle più preziose foreste del pianeta. È quanto emerge da un rapporto reso noto oggi da Greenpeace. Questo commercio è sostenuto principalmente dalla domanda di Europa, Stati Uniti e Giappone, che consumano più legname di qualsiasi altro paese. Negli ultimi dieci anni il consumo cinese di prodotti forestali è cresciuto del 70 per cento, un terzo di questo dovuto all’aumento delle esportazioni. Se la sola Cina raggiungesse un consumo pro capite pari a quello degli Stati Uniti, consumerebbe 1,6 miliardi di metri cubi di legna, pari all’attuale prelievo mondiale.
La Cina è il principale responsabile del riciclaggio del legno illegale proveniente da alcune delle più preziose foreste del pianeta.
Le indagini di Greenpeace documentano diverse spedizioni di
legname di origine illegale verso la Cina, provenienti soprattutto
dalle Foreste del Paradiso. Si tratta di foreste ricchissime di
vita, estese tra il Sud-est Asiatico, l'Indonesia, la Papua Nuova
Guinea e le Isole del Pacifico.
In Cina il legno viene trasformato in mobili, parquet e
compensati, venduti in misura crescente a poco prezzo sui nostri
mercati. La Cina è divenuto il principale importatore mondiale di
legname, e assorbe metà del legname tropicale. Molto di questo
legname proviene dalla Papua Nuova Guinea, paese in cui una quota
tra il 76 e il 90 per cento delle operazioni di taglio sono
illegali.
"Il taglio illegale è diffuso in molti dei paesi da cui la Cina
si rifornisce. Un traffico distruttivo che sta portando alla
distruzione delle foreste" ha commentato Sze Pang Cheung, di
Greenpeace Cina "La Cina si impegnata internazionalmente ad
affrontare questo problema, e deve agire immediatamente, in accordo
con i paesi produttori, per un divieto immediato del taglio
illegale o distruttivo". Diverse imprese europee come Wolseley,
PontMeyer, Castorama, e la Federazione francese degli importatori
si sono impegnate a cessare ogni rifornimento di compensati cinesi
originari dalla Papua Nuova Guinea. "I paesi sviluppati consumano
troppo legname - ha aggiunto Sergio Baffoni, di Greenpeace - se non
vogliamo dire per sempre addio alle foreste del pianeta, dobbiamo
ridurre drasticamente i nostri consumi di carta e legno."
Il primo ministro cinese, Wen Jiabao, ha recentemente
riconosciuto la necessità di ridurre i consumi, annunciando una
tassa sulle bacchette usa e getta, ma Greenpeace insiste per un
diverso modello di sviluppo e chiede ai paesi riuniti in Brasile,
per la Convenzione sulla Biodiversità, di impegnarsi a proteggere
le foreste attraverso un sistema globale di aree protette, ed il
divieto di importazione di legname di origine illegale o
distruttiva.