Galanzino è l'unico uomo al mondo che, in meno di un anno, ha
attraversato le steppe del Gobi in Cina, i laghi salati di Atacama
in Cile, le dune e le piramidi egiziane e i ghiacci del Polo Nord.
Le sue sfide, insieme a Greenpeace, sono anche l'occasione per
affrontare il problema dei cambiamenti climatici. Salvare il clima
sta diventando una vera e propria "corsa" contro il tempo. "Nel
giro di 15 anni le emissioni globali di gas serra dovranno essere
ridotte del 30% rispetto ai livelli del 1990, o non saremo capaci
di fermare i mutamenti del clima" afferma Francesco Tedesco,
responsabile Campagna Clima ed Energia di Greenpeace.
"Dopo aver affrontato i primi quattro deserti e percorso il
milione di passi - spiega Francesco Galanzino- continuiamo nella
denuncia di desertificazione attraversando altri deserti forse meno
conosciuti ma più estremi"
Saranno circa 70 i coraggiosi atleti che parteciperanno alla
maratona. La gara attraverserà gli altopiani del Pamir, oltre
4.000 metri di quota, e la Valle di Fergana dove, per rispetto
all'Islam ortodosso, si correrà completamente coperti malgrado le
altissime temperature. Passerà nelle terre di Tamerlano, tra le
leggendarie città carovaniere di Samarcanda, Bukara e Khiva. I
concorrenti dovranno affrontare il Deserto delle Sabbie Rosse
(Kyzil Koum) e il Deserto delle Sabbie Nere (Kara Koum),
considerato il deserto più caldo del mondo dove, durante lo
"scouting", si sono registrati 52 gradi. Ultima fatica il Deserto
di Lut in Iran.
Il problema della desertificazione che avanza è uno degli
effetti più spaventosi dei cambiamenti climatici. L'IPCC stima che
solo in Africa saranno circa 250 milioni le persone sottoposte a
forte stress idrico nel 2020 a causa della minore disponibilità di
acqua.
L'Italia non ha ancora presentato un piano per ridurre le
emissioni di gas a effetto serra, siamo in forte ritardo sulle
rinnovabili e, al contrario, si promuove l'uso del carbone a
Civitavecchia, Porto Tolle e in Sardegna, regione nella quale vi è
oltretutto un sostanziale blocco dell'eolico, la fonte rinnovabile
più promettente. Proprio per contestare questo blocco Greenpeace e
Francesco Galanzino hanno organizzato lo scorso aprile una
"maratona eolica" con una quindicina di atleti sardi.