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Clima, obiettivi europei: attacco del governo pretestuoso per far spazio al nucleare

Comunicato stampa - 8 ottobre, 2008
La posizione espressa dal governo italiano sugli obiettivi europei al 2020 è pretestuosa e infondata, e rischia di ostacolare pesantemente il percorso verso un accordo internazionale per far fronte al drammatico problema del cambiamento del clima.

In una nota congiunta Greenpeace, Legambiente, WWF e Kyoto Club criticano duramente il tentativo del Governo di ottenere più tempo e flessibilità nell'attuazione del pacchetto clima studiato dalla Ue, proprio mentre il Parlamento Europeo ha rafforzato gli impegni sul clima globale.

Nel documento del Governo si parla di costi invece che di investimenti e non viene presentata alcuna valutazione dei ritorni diretti e indiretti, economici, ambientali e occupazionali (valore dell'energia risparmiata, minori costi dei permessi, minori impatti e maggiore occupazione) ma solo un allarme senza alcuna dimostrazione per cercare di attaccare la strategia europea su clima ed energia. A sostegno della loro tesi gli ambientalisti elencano una serie di dati e fonti autorevoli che smentiscono le analisi del Governo (vedi nota allegata).

Quando il Governo dice che l'Italia è già efficiente mente, sapendo di mentire: qualcuno crede che le tecnologie usate in Italia sono le più efficienti dei Paesi industrializzati? Confondere intensità energetica con l'efficienza è il vecchio trucco per giustificare l'inazione.

Le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, tanto più in un drammatico periodo di crisi economica e finanziaria come quella di questi giorni, costituiscono l'economia reale del sistema energetico. Gli investimenti nel risparmio energetico e fonti rinnovabili sono risorse sicure per il paese, per la sua crescita, per la bilancia dei pagamenti per la promozione dell'occupazione.

Perseverare nei combustibili fossili, compreso il carbone, ed aggiungere al mix l'energia nucleare, è un ritorno al passato, e segnala l'incapacità di gestire l'emergenza energetica, ambientale e finanziaria di oggi.

La verità è che se si sommano gli obiettivi europei sulle rinnovabili, il piano per l'efficienza energetica e gli investimenti nel campo del gas naturale, in Italia non c'è spazio anche per il nucleare. Con efficienza e fonti rinnovabili si raggiungono i 150 miliardi di kWh/anno contro i 50-55 del piano nucleare, il triplo dell'energia e senza dover nuclearizzare il territorio.

Il governo vuole bloccare fonti rinnovabili ed efficienza, le vere alternative pulite, per far spazio agli interessi della lobby nucleare.

Nota tecnica

Efficienza energetica

Nel solo ambito del risparmio energetico il governo stima un "costo" per l'Italia di 15 miliardi di euro all'anno. Questa affermazione è falsa: gli interventi di risparmio ed efficienza hanno benefici netti, che sono ampiamente dimostrati dall'esperienza, da studi di fonte industriale e da affermazioni recenti di vertici industriali (1). Secondo la recente analisi di McKinsey, gli investimenti in efficienza possono stabilizzare i consumi energetici al 2020 in modo conveniente, con una riduzione del 20 per cento rispetto allo scenario tendenziale e hanno tassi interni di ritorno degli investimenti dell'ordine del 10 per cento: quali altri settori vantano un simile performance? (2) Raggiungere il 20 per cento di risparmio di elettricità è possibile ed economico. Secondo il Politecnico di Milano (3) il costo dell'elettricità risparmiata ai valori attuali, risulta di 5,4 centesimi al kWh contro gli oltre 9 registrati come prezzo all'ingrosso. Per raggiungere il 20 per cento al 2020, l'ordine del beneficio scontato, che si produce nel corso del tempo, è dell'ordine dei 65 miliardi di euro. I benefici ambientali al 2020 sono dell'ordine di un taglio di 50 milioni di tonnellate/anno di CO2 che si traducono in un equivalente miliardo all'anno di permessi evitati al 2020.

Fonti rinnovabili

Anche su rinnovabili e obiettivi di riduzione delle emissioni i "costi" presentati sono evidentemente gonfiati. Senza fornire alcuna prova, il governo valuta per l'Italia un costo di 27 miliardi di euro l'anno, almeno 10 volte superiore alla stima effettuata dall'Unione Europea, nel gennaio del 2008: il Governo è in grado di dimostrare questa stima? Secondo la Commissione per raggiungere gli obiettivi europei l'Italia dovrà investire 8 miliardi di euro l'anno ma avrà benefici economici immediati (4). Ogni anno, solo grazie al taglio delle importazioni di gas e petrolio, l'Italia potrà risparmiare 7,6 miliardi di euro mentre con la riduzione dell'inquinamento si risparmierebbe oltre 1 miliardo di euro in politiche di mitigazione e controllo. Questo senza considerare i benefici che deriverebbero dall'innovazione del sistema economico.

Sulle fonti rinnovabili gli investimenti in Germania hanno prodotto l'occupazione oggi di 250 mila persone. In Italia il solo settore eolico occupa 13.000 persone e potrebbe crescere a 66.000 contribuendo da solo ad oltre la metà degli obiettivi per le fonti rinnovabili al 2020 (5). I costi di produzione di tutte le fonti rinnovabili sono da anni in diminuzione contrariamente al nucleare che presenta costi in forte crescita. I 50 miliardi di kWh da rinnovabili da produrre in più al 2020, peraltro, valgono 25 milioni di tonnellate di CO2 all'anno evitate, la riduzione dei consumi di circa 10 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio oltre agli investimenti evitati in centrali a combustibili fossili dell'ordine dei 5 miliardi di euro. Questi benefici sono stati inclusi nelle stime del governo?

NOTE

(1)    Le dichiarazioni recenti al Quotidiano Energia (25 settembre 2008) di Giuliano Monizza, vicepresidente del gruppo industriale ABB sono inequivocabili. In Europa si tratta solo per la produzione, trasmissione e distribuzione di un potenziale di risparmio di 400 miliardi di kWh/anno, più di quanto consuma l'Italia.

(2)    McKinsey, Capturing the European Energy productivity opportunity, September 2008

(3)    Il rapporto del Politecnico di Milano, "La rivoluzione dell'efficienza" (2008), valuta in 100 miliardi di kWh i risparmi negli usi finali di elettricità in Italia con un ritorno degli investimenti pari a un beneficio netto, non un costo, ai valori attuali di 60 miliardi di euro.

(4)    Impact Assessment, Commissione europea 23 gennaio 2008

(5)    Rapporto ANEV 2008. Il rapporto cita una analisi occupazionale svolta dalla UIL.