NO AGLI OGM PERCHE':
- L'industria biotech finora è riuscita a commercializzare OGM
con due sole caratteristiche principali: la resistenza agli
erbicidi e agli insetti.
- Dopo dieci anni di coltivazione a livello commerciale di OGM,
la gran parte di queste sono ancora concentrate in un piccolo
numero di Paesi. Nel 2006, la gran parte delle coltivazioni OGM
erano concentrate in solo quattro Paesi: USA, Argentina, Brasile e
Canada (il 70 per cento delle semine avviene in USA e
Argentina).
- Il netto rifiuto verso il cibo OGM ha limitato l'industria a
solo quattro colture principali, coltivate principalmente per uso
industriale o mangimistico: soia, mais, cotone e colza. I tentativi
fatti per introdurre alimenti base come riso o frumento OGM, si
sono impantanati a causa del forte rifiuto riscontrato.
Sono sempre di più le aziende che rifiutano gli Ogm.
Greenpeace nel 2005 ha pubblicato un rapporto in cui dimostra
che ben 27 delle 30 principali catene di supermercati a livello
europeo hanno una policy non-Ogm per i loro prodotti. In Italia è
praticamente impossibile trovare un prodotto etichettato Ogm sugli
scaffali.
"In Italia, l'alimentazione animale - spiega Federica Ferrario,
responsabile della campagna Ogm di Greenpeace - è rimasto l'unico
vero ricettacolo degli Ogm, perchè qui i consumatori ne perdono le
tracce, dato che su prodotti quali latte, carne, uova e formaggio,
le etichette non specificano se sono stati usati Ogm
nell'alimentazione dell'animale di provenienza. Gli Ogm, in questo
modo, sono entrati nelle stalle anche di alcuni dei prodotti più
apprezzati, come nel caso del Parmigiano-Reggiano."
Lo scorso febbraio Greenpeace ha consegnato alla Commissione
europea una petizione firmata da oltre un milione di cittadini
europei per chiedere l'etichettatura obbligatoria dei prodotti
derivanti da animali nutriti con Ogm.
"Il prossimo bersaglio del mondo biotech, è la nostra
agricoltura, il nostro territorio" spiega Giuseppe Onufrio,
direttore delle campagne di Greenpeace. "La coesistenza fra
coltivazioni Ogm, biologiche e tradizionali è impossibile. Questa
consultazione è l'occasione per scegliere un futuro sostenibile per
la nostra agricoltura, che si deve continuare a caratterizzare per
la sicurezza ambientale e alimentare e che punti sulla qualità,
quindi, priva di Ogm."