Comunicato stampa - 15 maggio, 2006
Gli Stati europei stanno colpevolmente permettendo alle industrie di produrre tonnellate di CO2 a piacimento e senza pagare alcun costo, questa l'accusa delle organizzazioni ambientaliste WWF, Greenpeace e Amici della Terra. La maggior parte dei Paesi europei sta concedendo alle proprie industrie delle generose quote di emissione per il periodo 2005-2007, come si evince dai dati contenuti nel rapporto della Commissione Europea sulle emissioni degli impianti inseriti nello Schema di Commercio di Emissioni dell'Unione Europea (EU Emission Trading Scheme- ETS).
La festa organizzata a Roma in occasione dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto per la salvaguardia del clima.
La Commissione Europea e gli Stati Membri devono, inoltre,
assicurare che i quantitativi di emissioni di CO2 possibili siano
significativamente ridotti nella seconda fase dell'Emission Trading
System, di prossima discussione e che prenderà in considerazione il
periodo 2008-2012.
"Il mercato può essere funzionale e creare incentivi per le
industrie meno inquinanti se le emissioni vengono fissate ad un
livello che sia in linea con gli obiettivi di Kyoto, in grado di
far raggiungere all'Europa gli obblighi internazionali" - afferma
Stephan Singer, capo ufficio europeo Clima e Energia del WWF -"Una
perdita di credibilità dell'ETS minerà anche la credibilità dell'
Unione Europea durante i negoziati per gli obiettivi di Kyoto dopo
il 2012".
La situazione delineata mostra come i livelli di emissioni degli
impianti consentite per il 2005 dall'ETS, siano diverse milioni di
tonnellate al di sopra dei limiti consentiti. I dati relativi a
paesi come Germania, Francia, Olanda, Svezia e Lituania, mostrano
che le generose emissioni concesse alle grandi industrie hanno
distorto il mercato e provocato il declino del prezzo dell'anidride
carbonica, riducendo così anche la credibilità dell'ETS.
Per quanto riguarda la posizione dell'Italia, benché il registro
delle emissioni non sia ancora definitivo, sembra prefigurarsi un
quantitativo di emissioni effettive per il 2005 superiore alle
quote assegnate gratuitamente per lo stesso anno di circa 7 milioni
di tonnellate. Enel da sola, la principale società di generazione
elettrica, ha registrato emissioni di 8 milioni di tonnellate
superiore all'assegnazione. Da un lato assegnazioni troppo generose
in molti paesi dell'Europa, dall'altro imprese ancora poco
interessate alla sostenibilità.
"In Italia, sotto la spinta del settore termoelettrico si
vanificalo strumento di mercato su cui l'Unione Europea ha puntato
per ridurre le emissioni. Questo è ancora più grave visto che
l'Italia è già fuori del Protocollo di Kyoto"afferma Giuseppe
Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.
Le richieste di WWF, Greenpeace, Amici della Terra agli Stati
membri sono chiare: recepire i Piani nazionali di Assegnazione dei
permessi per la seconda fase, con tetti stringenti e regole
credibili e trasparenti. Gli Stati membri dovrebbero utilizzare il
meccanismo della vendita delle quote del 10% massimo del livello
consentito e creare delle connessioni chiare tra le assegnazioni e
le produzioni meno inquinanti. Contemporaneamente, la Commissione
europea dovrebbe rifiutare tutti i Piani privi di ambiziosi limiti
alle emissioni.