Comunicato stampa - 8 settembre, 2005
Nel sangue delle donne incinte e nei cordoni ombelicali dei loro bambini sono presenti sostanze chimiche pericolose che provengono da oggetti che usiamo tutti i giorni. Attraverso il cordone ombelicale questi veleni raggiungono il feto che viene così, suo malgrado, contaminato. Alcuni di questi composti chimici causano problemi nello sviluppo fisico e mentale degli animali e possono essere pericolosi anche per l'uomo.
Copertina del rapporto congiunto Greenpeace WWF "Un regalo per la vita - Sostanze chimiche pericolose nel sangue del cordone ombelicale"
È quanto emerge da uno studio commissionato da WWF e Greenpeace
e per il quale sono stati esaminati otto gruppi di sostanze
chimiche in campioni di sangue prelevati da 42 madri e 27 cordoni
ombelicali di volontarie dell'University Hospital Groningen
(Olanda). La ricerca, pubblicata oggi all'interno del rapporto "A
present for life" contiene anche i commenti di due pediatri e di un
tossicologo.
"I bambini si nutrono attraverso il cordone ombelicale e sono
esposti a tutte quelle sostanze tossiche contenute in prodotti come
le plastiche di vinile, i prodotti per la pulizia, profumi e
oggetti elettronici. È incredibile constatare che alcuni veleni
sono presenti nel nostro sangue in ogni momento della nostra vita,
addirittura nel momento in cui si è più vulnerabili, quando ancora
non si è venuti alla luce. I governi devono obbligare le industrie
a sostituire questi contaminanti con sostanze più sicure" sostiene
Helen Perivier, responsabile campagna inquinamento di
Greenpeace.
Le sostanze chimiche in questione sono presenti in innumerevoli
articoli, dai contenitori per il cibo agli oggetti di elettronica,
dai pesticidi ai deodoranti al dentifricio. Sony, H&M, Nokia,
Ikea e altre aziende si sono impegnate a eliminare dai propri
prodotti le sostanze chimiche tossiche. Si va dai muschi
artificiali impiegati nei profumi a composti a base di fluoro usati
per impermeabilizzare i vestiti e per le superfici antiaderenti,
come il teflon. Sono anche stati trovati ritardanti di fiamma, che
si sospetta provochino problemi di apprendimento e comportamentali
negli animali e l'antibatterico triclosan, che le leggi europee
giudicano altamente velenoso per gli organismi acquatici. Circa il
50% dei campioni di sangue contenevano triclosan in una
concentrazione che andava dai 0,5 a 5,0 nanogrammi per grammo. Gli
effetti di basse dosi di veleni chimici sullo sviluppo dei bambini
rimangono ancora sconosciuti.
"È di vitale importanza eliminare qualsiasi appiglio che
consenta alle industrie di continuare a usare sostanze chimiche
pericolosissime, quando esistono alternative più sicure. Se, come
sostengono le industrie, questi composti chimici sono veramente
tenuti sotto controllo, com'è possibile che siano presenti in
bambini non ancora nati?" afferma Karl Wagner, direttore della
campagna DetoX del WWF.
La nuova normativa europea sulle sostanze chimiche, il REACH,
offre all'Europa una grande opportunità di prendere le misure
necessarie per proteggere le persone e l'ambiente dai composti
chimici velenosi e responsabilizzare chi li produce. Greenpeace e
il WWF chiedono ai parlamentari europei di fare innanzitutto gli
interessi della salute pubblica e dell'ambiente, facendo in modo
che le sostanze pericolose vengano identificate, eliminate e
obbligatoriamente sostituite con alternative più sicure.