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Riprendiamo la strada del disarmo nucleare

Via le 90 bombe atomiche della nato ancora in Italia

Comunicato stampa - 24 novembre, 2006
Sei riproduzioni di bombe atomiche tipo B61 a grandezza naturale di fronte a Montecitorio. Così Greenpeace ha voluto rilanciare un messaggio semplice e chiaro: senza una nuova stagione di disarmo nucleare è impossibile bloccare la proliferazione atomica. La protesta alla Camera dei Deputati avviene in vista del Summit Nato, che si terrà il 28 e 29 novembre a Riga.

Attivisti di Greenpeace in azione con 6 riproduzioni di testate atomiche B61 a grandezza naturale, per chiedere una nuova stagione di disarmo, necessaria per fermare la proliferazione atomica.

Le 480 bombe atomiche Nato ancora presenti in Europa - 90 in Italia - facevano parte degli accordi Usa-Urss del 1991 che ne prevedeva lo smantellamento. Le armi presenti in Italia sono bombe atomiche di tipo B61 a gravità e si trovano nelle basi di Aviano e Ghedi Torre. Da un'indagine svolta da Eurisko, circa il 70 per cento degli italiani non sa della presenza di queste armi nucleari e una percentuale simile è contraria alla loro presenza nel nostro Paese.

Un articolo pubblicato questa settimana da The New Yorker a firma di Seymour Hersh conferma l'esistenza dell'ipotesi di usare le bombe atomiche B61 per distruggere i laboratori nucleari in Iran. Un'ipotesi - osteggiata da parte del Pentagono - ma che è stata presa in considerazione da parte dell'allora segretario alla Difesa, David Rumsfeld, dopo che era stata proposta una versione delle bombe B61 a minore emissione di radiazioni.

"C'è bisogno di una nuova stagione di disarmo nucleare, come quadro necessario a contrastare le spinte alla proliferazione atomica" dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace. "Contro chi sono rivolte queste armi nucleari ancora presenti nel nostro Paese e in Europa? Questa domanda è stata rivolta dallo stesso Putin all'incontro con le organizzazioni non governative nell'ambito del G8 di luglio".

Dei 26 Paesi della Nato solo 6 ospitano armi nucleari e questo in violazione del Trattato di non proliferazione. Altri 4 Paesi hanno smantellato le basi nucleari che avevano nel loro territorio: Canada, Grecia, Islanda e Danimarca. "L'Italia sta svolgendo un ruolo delicato in Libano. Abbiamo tutta la credibilità per avanzare nelle sedi appropriate la richiesta di riaprire una stagione di disarmo nucleare: se le grandi potenze non riprendono questa strada, sarà molto più difficile bloccare la proliferazione nucleare", ha concluso Onufrio.

Domani attivisti di Greenpeace e di altre associazioni si recheranno nelle stazioni di polizia in una ventina di città in tutta Italia per presentare una denuncia contro la presenza di armi nucleari nel nostro Paese in violazione del Trattato di non proliferazione.

Notes: Greenpeace per il disarmo - Dopo la presentazione del rapporto "Ordigni nucleari USA NATO in Italia" a maggio scorso, Greenpeace ha denunciato la proliferazione di queste armi con un'irruzione alla parata militare del 2 giugno. Pochi giorni dopo attivisti italiani, francesi, tedeschi e belgi hanno manifestato invece di fronte al quartier generale della Nato a Bruxelles. Più recente la protesta di fronte all'ambasciata nordcoreana a Roma, per la decisione di effettuare il primo test atomico.

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