Comunicato stampa - 15 maggio, 2007
Un sistema di protezione per gli incidenti mai testato, senza un vero e proprio sistema di contenimento. E' questo il punto più critico per la sicurezza, assieme ad altri cinque di rilevo e altri sette di importanza minore. Questo quanto emerge dal rapporto Greenpeace, basato sull'ultimo documento disponibile - datato 2002 - di Slovenske Elektrarne, l’azienda slovacca divenuta per il 66% proprietà ENEL in seguito al recente accordo con il governo locale. Questo documento è lo stesso sulla base del quale, nel 1986, l’autorità di sicurezza nucleare aveva concesso l’estensione della validità dell’autorizzazione, legittimando di fatto un impianto già pericoloso.
Enel decide di investire sul nucleare. Sovietico. Dice di credere nell'innovazione. Dice di voler tutelare l'ambiente. Ma investe 1,8 miliardi di euro in una tecnlogia obsoleta e pericolosa, che non rispetta gli standard di sicurezza europeei.
Per reattori simili a quello slovacco, comunque obsoleti, sono
stati fino ad ora adottati due diversi approcci. In Germania, dopo
la riunificazione, tutti i reattori di tipo sovietico, compreso uno
appena entrato in funzione e identico a quelli previsti a Mochovce,
furono bloccati perché era impossibile portare la sicurezza sul
livello dei reattori di costruzione occidentale. In Finlandia,
invece, la centrale di Loviisa fu riprogettata, prevedendo un
sistema di contenimento di progettazione statunitense, e dotata di
una strumentazione e di un sistema di controllo di produzione
tedesca. Il sistema di contenimento è fondamentale sia per evitare
fuoriuscite di radioattività all'esterno che per proteggere il
reattore da eventi esterni, come la caduta di un aereo.
"Nel caso finlandese, il sistema di contenimento è stato
previsto sin dall'inizio e in modo che tutti i diversi
compartimenti del reattore entrassero dentro alla struttura di
contenimento a tenuta stagna" afferma Jan Beranek responsabile
della campagna per Greenpeace Slovacchia. "A Mochovce, invece, la
costruzione degli edifici è già al 70%, le mura già fatte, compreso
l'alloggiamento del reattore e dei macchinari. E' impossibile, a
nostro avviso, aggiungere una struttura robusta e compatta a questo
stadio, a meno che parti significative vengano demolite e
ricostruite ex novo", conclude Baranek.
"Attendiamo di vedere il progetto di fattibilità dell'Enel e
quali soluzioni propone per inserire un vero sistema di
contenimento" dichiara Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne
di Greenpeace Italia. "In ogni caso, questo investimento è a
perdere: nessuno costruirebbe nel 2007 un reattore progettato 30
anni prima", conclude Onufrio.
Intanto, nelle scorse settimane, con una cyberazione gli
attivisti di Greenpeace hanno inondato la segreteria del Premier
Romano Prodi con quasi 22.000 mail, chiedendo di bloccare gli
investimenti dell'Enel nel nucleare sovietico a Mochovce. I Verdi
Piazza e De Petris hanno inoltre presentato rispettivamente alla
Camera e al Senato, due interrogazioni parlamentari per chiedere al
Governo maggiori dettagli sulla vicenda.
Notes: Per scaricare la scheda tecnica in italiano:
http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/scheda-nucleare-slovacchia.pdf