Comunicato stampa - 19 novembre, 2001
I 60 attivisti di Greenpeace non mollano. Da stamattina alle 7, sono alla sede centrale dell'Enichem a Milano dove hanno murato gli ingressi con oltre 300 mattoni tenuti assieme da cemento a presa rapida.
"Non andremo via di qui finchè non otterremo dall'Enichem un impegno chiaro per l'uscita dal ciclo del cloro " afferma Domitilla Senni, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. Intanto, i lavoratori oggi hanno ottenuto una giornata di riposo, in seguito ad una riunione sindacale.
Dei mattoni, 193 erano listati a lutto con i nomi degli operai di Porto Marghera, deceduti per l'esposizione ai composti tossici prodotti negli impianti del petrolchimico. Il Muro della Vergogna, cosi' chiamato dall'associazione, e' stato eretto in pochi minuti per ricordare all'ENICHEM i veri costi del ciclo del cloro che ha prodotto e continuera' a produrre vittime tra i lavoratori e un disastro ambientale che ha pochi eguali al mondo.
Gli attivisti hanno quindi aperto uno striscione con la scritta "Arrestiamoli!"
All'indomani della Giornata nazionale per la ricerca sul cancro, Greenpeace chiede che si elimino a monte alcune delle cause sulle quali è possibile intervenire, per esempio il ciclo di produzione del cloro, che continua a mietere vittime senza che nessuno se ne assuma la responsabilità.