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Attivista italiana espulsa dall'Indonesia con false accuse insieme a giornalista

Comunicato stampa - 17 novembre, 2009
Anche se formalmente non viene loro contestato alcun addebito, Chiara Campione, responsabile della Campagna foreste di Greenpeace Italia, Raimondo Bultrini, giornalista de “L’Espresso” e altri attivisti, dopo essere stati trattenuti dalla polizia per quasi 24 ore, sono stati portati alla stazione di polizia per l'immigrazione di Pekanbaru per essere espulsi per attività illegali.

La polizia indonesiana al Campo di resitenza climatica di Greenpeace nella penisola di Kampar.

"La polizia indonesiana ci accusa di attività illegali che non abbiamo mai commesso e ci chiede di firmare dichiarazioni false" denuncia Chiara Campione.

"Prendiamo atto che l'Ambasciata italiana è stata totalmente incapace di intervenire in un contesto di grave violazione dei diritti civili. Chiara, il giornalista Bultrini e gli altri attivisti sono stati bloccati e in modo illegale." Afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.

Con metodi da regime militare, la polizia indonesiana ha impedito all'attivista italiana, a due giornalisti e un altro attivista di Greenpeace, di raggiungere il Campo di resistenza forestale nella penisola di Kampar a Sumatra, dove è in atto una protesta contro la deforestazione. A causa della deforestazione per la produzione di olio di palma l'Indonesia è il terzo più grande emettitore di CO2 dopo Cina e USA.

Greenpeace chiede adesso al Ministro degli Esteri Frattini di convocare per chiarimenti l'Ambasciatore dell'Indonesia in Italia, Mohamad Oemar.

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