Comunicato stampa - 19 luglio, 2007
Oggi si parla di un possibile dietro front dell'operazione di trasporto dei fanghi contaminati da Bagnoli a Piombino, un’operazione fortemente criticata anche per le conseguenti problematiche connesse alla movimentazione di sedimenti pericolosi, via mare, da considerarsi a tutti gli effetti come rifiuti (e quindi da gestire come tali sia in fase di trasporto che di impianto di destinazione).
Greenpeace, che alcuni giorni fa aveva chiesto chiarimenti al
Ministero dell'Ambiente in merito all'operazione relativa al
trasferimento dei fanghi da Bagnoli a Piombino, è ancora in attesa
di una risposta in merito. In particolare, l'associazione chiedeva
chiarimenti sull'ipotesi di aumentare anche di 10.000 volte i
valori dei contaminanti pericolosi in questi fanghi. Viene riferito
a Greenpeace che, nel corso dell'ultimo consiglio comunale, il
Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente Mascazzini avrebbe
confermato queste informazioni.
E' quindi possibile che il dietro front di cui la stampa dà
notizia potrebbe aver impedito questa pericolosa iniziativa, un
precedente per la concessione di deroghe ai limiti di
contaminazione dei sedimenti conferibili alle casse di colmata.
Tuttavia, sulla base dei documenti in suo possesso e delle notizie
apparse sulla stampa, Greenpeace solleva altri interrogativi sulla
vicenda Bagnoli-Piombino.
Dall'Accordo di programma sul trasferimento della colmata e dei
fanghi di Bagnoli a Piombino sembra che scompariranno 560mila metri
cubi di sedimenti pericolosi provenienti dal dragaggio del porto di
Napoli. Ci chiediamo però dove andranno a finire gli ulteriori 500
mila mc circa di sedimenti da sottoporre ad interventi di bonifica
(senza contare 26.665 mc sedimenti da sottoporre ad interventi di
messa in sicurezza e classificati come pericolosi) previsti
nell'Accordo? Inoltre, Greenpeace vorrebbe informazioni su come e
dove saranno trattati questi sedimenti che non verranno più
conferiti a Piombino?
L'associazione chiederà un chiarimento al Ministro dell'Ambiente
su questi aspetti, allo scopo di evitare in futuro che si
ripropongano ipotesi, come quella di Bagnoli-Piombino, di trasporto
di materiale pericoloso da sottoporre al trattamento in impianti di
inertizzazione non ancora esistenti, come in questo caso.
Infine, Greenpeace chiede che venga esclusa ogni ipotesi di
sversamento in mare di questi ed altri materiali, in particolare di
quelli pericolosi, entro il perimetro del Santuario dei Cetacei che
resta privo di una qualsiasi programmazione strategica finalizzata
al raggiungimento degli obiettivi di tutela per i quali il
Santuario stesso è nato.