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Greenpeace accusa gigante del fast food per la deforestazione dell'Amazzonia

Comunicato stampa - 18 maggio, 2006
Spettacolare azione di Greenpeace ieri in Amazzonia. I volontari dell'organizzazione ambientalista hanno aperto uno striscione di 300 metri quadri in una vasta area della foresta che è stata massacrata dalla deforestazione. Il messaggio era 'KFC – Amazon Criminal'. Sotto accusa il gigante del fast food Kentucky Fried Chicken's, che oggi apre l'assemblea annuale a Louisville, in Kentucky.

I volontari di Greenpeace hanno aperto uno striscione di 300 metri quadri in una vasta area della foresta che è stata massacrata dalla deforestazione. Il messaggio era 'KFC – Amazon Criminal'. Sotto accusa il gigante del fast food Kentucky Fried Chicken's.

Altri attivisti, a bordo di due gommoni, hanno protestato contro la multinazionale americana Cargill, al terminal illegale di esportazione della soia sul Rio delle Amazzoni. La soia è destinata all'Europa, in particolare a Olanda e Spagna, ed uno dei principali clienti è KFC che la impiega per alimentare i polli, che costituiscono il suo principale prodotto. "Per avere milioni di polli a buon mercato stiamo distruggendo l'Amazzonia" afferma Gavin Edwards, coordinatore foreste di Greenpeace. "Eppure dobbiamo dimostrare che i consumatori europei non sono polli: i fast food devono eliminare la deforestazione dal loro menù!".

Da gennaio 2003, quasi 70.000 chilometri quadri di foresta sono stati distrutti, l'equivalente di 6 campi da calcio ogni minuto. La  soia, impiegata principalmente nella mangimistica, è la principale causa di deforestazione. Una ricerca pubblicata il mese scorso su  "Nature" mostra che, se l'attuale crescita delle coltivazioni continua, perderemo il  40 per cento dell'Amazzonia entro il 2050.

KFC fa parte di "Yum! Brands, Inc.", la maggiore catena di ristoranti al mondo, che include Pizza Hut, Taco Bell, A&W ed altri fast food. Greenpeace ha segnalato recentemente a Yum! Brands, Inc. il suo coinvolgimento nella distruzione dell'Amazzonia, ma l'azienda ha sostenuto che la soia che impiega viene coltivata in altre parti del Brasile. Greenpeace ha ricostruito il percorso della soia scoprendo invece come venga coltivata nell'Amazzonia e come Cargill sia la principale azienda coinvolta, insieme a KFC, il suo maggiore cliente. Gran parte della soia è coltivata in terre deforestate illegalmente per far spazio alle coltivazioni. 

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