Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

Fondali oceanici pari a dieci campi di calcio distrutti ogni quattro secondi

Comunicato stampa - 8 giugno, 2006
Alla vigilia dei mondiali di calcio, Greenpeace diffonde un dato impressionante: ogni quattro secondi un'area di fondali marini grande come dieci campi di calcio viene distrutta dalla pesca a strascico in mare aperto. Domani è la giornata mondiale degli Oceani e, prima che si concluda, una flotta di circa trecento pescherecci avrà gettato le proprie reti a strascico su 1500 chilometri di fondale, danneggiando alcune delle specie marine più fragili.

I fondali marini sono ecosistemi ricchissimi di biodiversità. Molte delle specie che abitano i fondali oceanici non sono ancora state scoperte dall'uomo, ma già rischiano l'estinzione a causa della pesca a strascico, una tecnica di pesca particolarmente distruttiva e capace di spazzare via in breve tempo interi habitat marini.

"Se tutto questo fosse accaduto sulla terra, si sarebbe sollevata una protesta internazionale. La distruzione di questi incantevoli mondi sottomarini è lontana dagli occhi e, perciò, lontana dal cuore - e questo avviene solo per ridicole quantità di  pescato" afferma Alessandro Giannì, responsabile campagna Oceani di Greenpeace. "Le reti della pesca a strascico danneggiano i fondali, poiché non solo catturano tutto il pesce che incontrano sul proprio percorso, ma strappano via coralli e spugne, annientando fragili specie marine che hanno impiegato centinaia di anni a svilupparsi".  

Gli oceani ospitano probabilmente il più ampio numero di specie ancora sconosciute. Gli scienziati stimano che negli abissi vivano da cinquecentomila a cento milioni di creature marine. Greenpeace, insieme a una coalizione globale di Ong, a oltre 1500 scienziati e a un numero crescente di Paesi, chiede alle Nazioni Unite una moratoria mondiale sulla pesca a strascico sui fondali dei rilievi  sottomarini per gli effetti disastrosi che essa produce.

Greenpeace è, inoltre, impegnata in una delle più ambiziose spedizioni mai affrontate che vede le imbarcazioni dell'associazione - Esperanza,  Artic Sunrise e Rainbow Warrior - solcare i mari dei cinque continenti per ottenere la creazione di una rete globale di riserve marine che comprenda il 40 per cento degli oceani del mondo. Il 15 giugno la "Rainbow Warrior" arriverà a Genova e a bordo si terrà una conferenza internazionale con la presentazione del nuovo rapporto "Riserve marine per il Mediterraneo".

Tag