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Le mezze verità della FAO. I deserti verdi non compensano la devastazione delle foreste tropicali

Comunicato stampa - 13 marzo, 2007
La Fao annuncia oggi con ottimismo, pubblicando il rapporto sullo stato delle foreste nel mondo, il rallentamento della deforestazione a livello mondiale. In realtà, a crescere è il numero degli alberi piantati in Paesi che hanno già perso le proprie foreste naturali, mentre continua il vertiginoso declino delle grandi foreste naturali, soprattutto quelle tropicali.

L'Indonesia ospita una delle più favolose foreste millenarie: 100 milioni di ettari di foreste ricchissime di specie animali e vegetali. Le attività illegale di estrazione del legno la stanno distruggendo. L'estrazione del ramino mette poi a rischio di estinzione gli oranghi, una delle specie animali più vicini all'essere umano.

L'Africa e L'America Latina, come confermato dalla Fao, continuano a perdere foreste a un tasso allarmante. Ogni anno l'Amazzonia perde 25.276 chilometri quadrati di foresta, un'area grande quanto la Sicilia.  Secondo la Fao, in Asia aumenta la superficie forestale grazie ai quattro milioni di ettari di piantumazioni in Cina, ma le piantagioni certo non compensano la  devastazione delle foreste tropicali dell'Indonesia, dove la deforestazione, secondo la Fao stessa, avanza a un tasso annuale del 2 per cento, e ogni anno viene distrutta una superficie di foresta grande quanto un'intera regione italiana (20 mila chilometri quadrati).

Secondo un rapporto rilasciato alcuni mesi fa dall'Organizzazione per le foreste tropicali (ITTO) meno del 5 per cento delle foreste tropicali sono gestite secondo pratiche sostenibili. Intanto il fenomeno del taglio illegale continua ad affliggere queste foreste. "I nostri più vicini parenti nel mondo animale, gorilla, scimpanzè, bonobo e orango, rischiano di scomparire per sempre per la perdita del loro habitat. Certo non vivranno nelle piantagioni di eucalipto" commenta Sergio Baffoni, di Greenpeace. "Con loro scompariranno moltissimi altri animali: i due terzi delle specie animali e vegetali terrestri hanno nelle foreste il proprio habitat. Confondere una piantagione con una foresta intatta è un tragico errore".

Anche le foreste boreali sono a rischio. La Finlandia incrementa la propria superficie boscata, ma allo stesso tempo si appresta a distruggere gli ultimi frammenti di foresta primaria, malgrado gli avvertimenti di tutta la comunità scientifica del paese. In Canada continua la pratica del taglio a raso, che erode progressivamente le preziose foreste borali.

Non si tratta solo di proteggere la biodiversità sempre più minacciata. Secondo la Banca Mondiale 1,2 miliardi di persone hanno bisogno delle foreste per sopravvivere. La perdita delle foreste naturali causerà un incremento della povertà, dell'insicurezza sociale e dell'instabilità. Greenpeace chiede ai governi di non nascondersi dietro rassicuranti illusioni, ed affrontare con misure concrete il declino delle grandi foreste naturali del pianeta, prima che sia troppo tardi.