Comunicato stampa - 20 giugno, 2008
Due attivisti di Greenpeace sono stati arrestati in Giappone per aver scoperto lo scandalo di carne di balena rubata in cui è coinvolto il governo giapponese, sostenitore del falso programma della “caccia scientifica” alle balene nell’Oceano Antartico. Gli attivisti Junichi Sato e Toru Suzuki sono sotto inchiesta per presunto furto di una scatola di carne di balena che hanno presentato come prova di un vergognoso contrabbando.
La scatola era stata rubata dall'equipaggio della Nisshin Maru,
la nave macelleria della flotta baleniera giapponese. L'indagine
segreta di Greenpeace durata 4 mesi ha fatto emergere, infatti, le
prove di un'appropriazione indebita dei pezzi migliori di carne di
balena da parte dell'equipaggio della Nisshin Maru. I pezzi di
carne - fatti passare per bagagli personali - venivano venduti
illegalmente. Una delle scatole - intercettata da Greenpeace per
verificarne il contenuto fraudolento - è stata mostrata dagli
attivisti a Tokyo lo scorso 15 maggio nel corso di una conferenza
stampa, come prova della corruzione su vasta scala che arriva al
cuore del governo giapponese.
Greenpeace ha chiesto e ottenuto, che su questo scandalo venisse
aperta un'indagine del governo giapponese. L'indagine del Pubblico
Ministero di Tokyo è ancora in corso.
"Greenpeace ha scoperto uno scandalo in cui sono coinvolti
poteri forti del governo giapponese che traggono profitti dalla
caccia alle balene, e non ci sorprende che stiano rispondendo
attaccandoci. La cosa sorprendente è che questi attivisti, che non
hanno commesso nessun crimine, sarebbero stati arrestati per aver
restituito carne di balena rubata ai contribuenti giapponesi
dall'equipaggio della flotta baleniera. Nell'interesse di chi sono
avvenuti questi arresti? Secondo Greenpeace questo è un atto di
intimidazione da parte delle agenzie del governo responsabili dello
scandalo" dichiara Alessandro Giannì, responsabile della campagna
Mare di Greenpeace Italia.
Dopo l'arrivo della Nisshin Maru a Tokyo, lo scorso 15 aprile,
Greenpeace ha documentato che carne di balena veniva caricata su un
camion speciale, alla presenza degli ufficiali della Kyodo Senpaku
(la compagnia che controlla le operazioni della flotta baleniera
giapponese) e dell'equipaggio, e ne ha seguito il percorso fino a
un deposito, intercettandone una cassa. La bolla di consegna
indicava come contenuto "cartone" ma in realtà la cassa conteneva
23,5 kg di carne di balena salata di "prima scelta", per un valore
equivalente a circa 3.000 dollari. Un informatore ha comunicato a
Greenpeace che una dozzina di membri dell'equipaggio hanno preso 20
casse ciascuno.
"Il programma di caccia alle balene nel Santuario dell'Oceano
Antartico è stato finanziato dai contribuenti giapponesi, inclusi
gli attivisti di Greenpeace arrestati stamattina, i quali hanno il
diritto di sapere chi si approfitta dei loro soldi" - sostiene
Giannì - "Il programma giapponese di caccia alle balene è stato
screditato a livello internazionale per la sua mancanza di
credibilità scientifica, ora è stato screditato anche in Giappone
per la corruzione degli operatori coinvolti che adesso cercano di
vendicarsi su chi li ha scoperti. Gli attivisti di Greenpeace
devono essere rilasciati immediatamente".