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Greenpeace: al Salone di Ginevra esposti i “motori della distruzione del clima”

Comunicato stampa - 6 marzo, 2008
All’apertura del Salone dell’Auto di Ginevra 35 attivisti di Greenpeace hanno circondato diversi modelli esposti sollevando una domanda “Qual è la buona automobile?”. Greenpeace, etichettando le automobili con il messaggio “motori della distruzione del clima”, chiede ai produttori di auto e ai politici di ripensare i criteri per costruire una buona automobile e imboccare la strada di un futuro a basse emissioni di anidride carbonica.

"Per un secolo l'industria dell'auto ha venduto il sogno di automobili più veloci, più grandi e più pesanti. La crisi del clima impone nel nuovo secolo un sogno diverso. L'industria delle auto deve trovare una nuova risposta alla domanda "Qual è oggi una buona auto?" dichiara Helen Perivier, responsabile della campagna di Greenpeace.

Greenpeace chiede al pubblico di votare l'auto "Motore della distruzione del clima" sul sito web www.greenpeace.org/goodcar dove si possono trovare informazioni su questi cinque modelli: Volvo 70F 2.0 Kinetic, Renault Clio 2.0, BMW 135i, VW Golf Plus Comfortline 1.4, Toyota Landcruiser 4.0 v6 Executive. [1]

Dodici anni fa i produttori di auto europei, giapponesi e coreani avevano promesso di portare al 2008/2009 le emissioni medie della flotta venduta entro i 140 g CO2 per km. Ma questa promessa è rimasta nel cassetto e si è rivelata semplicemente una tattica per ritardare l'introduzione di standard obbligatori.[2,3] Nonostante il fatto che un maggiore uso di tecnologie già esistenti e di modifiche già possibili potrebbe migliorare in modo consistente le emissioni in tempi brevi, i produttori di auto rifiutano di assumersi le loro responsabilità per combattere i cambiamenti climatici.

Greenpeace chiede all'Unione Europea di imporre un'emissione media della flotta di automobili di 120g CO2 per km al 2012 e di fissare un obiettivo a 80 g CO2 per km al 2020.

"Il pianeta non ha bisogno di nuovi prototipi concettuali di auto futuristiche ma di immediate e sensibili riduzioni nei consumi di carburante per le automobili vendute sul mercato." - aggiunge Franziska Achterberg, consigliere politico di Greenpeace - "I produttori dicono di offrire la possibilità di scelta ma in realtà si nascondono dietro qualche simbolico modello verde, incolpando i consumatori di non sceglierlo" .

Note

[1] Le nomination sul sito per il premio "Motore della distruzione del clima" sono:

Volvo 70F 2.0 Kinetic : Con la limitata disponibilità nel mondo di biocarburanti è meglio che questi vengano usati per la produzione di calore e elettricità nelle centrali piuttosto che nelle auto. Bisogna chiedere invece ai produttori di fare auto decisamente più efficienti.

Renault Clio 2.0 16v: Proporre una versione sportiva di ogni modello di auto è un trucco del marketing per aggiungere un po' di grinta, ma è indicativo di un produttore che comunque non riesce a superare la necessità di velocità.

BMW 135i : La nuova BMW potrà anche essere un'auto piccola ma presenta emissioni tipiche di un SUV di media grandezza, anche nella versione con la tecnologia "verde" Efficient Dynamics.

VW Golf Plus Comfortline 1.4 :la tecnologia FSI della Volkswagen produce più potenza con minori consumi. Perché non viene scelta come standard nei modelli di larga vendita? In modo da consentire forti riduzioni di consumo e minori emissioni della flotta venduta?

Toyota Landcruiser 4.0 v6 Executive : Toyota parla di emissioni zero e presenta il suo marchio con un marketing verde ma questo non gli impedisce di costruire SUV come questo che poi circolano nelle aree urbane.

[2] Con un accordo volontario i produttori di automobili europei si erano impegnati a portare le emissioni medie della flotta venduta sotto i 140 g CO2 per km dal 2008, mentre i produttori giapponesi e coreani avrebbero raggiunto lo stesso livello entro il 2009. Al 2006 le emissioni medie non sono scese sotto i 160 g CO2 per km , complessivamente. Si veda: European Environment Agency, "Europe's Environment / The Fourth Assessment", 2007, p. 314-315 http://reports.eea.europa.eu/state_of_environment_report_2007_1/en

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