Comunicato stampa - 6 dicembre, 2006
È partita la corsa per produrre Pc e cellulari più ecologici. Greenpeace ha lanciato ad agosto la "Eco guida ai prodotti elettronici" che premia le aziende che non fanno uso di sostanze chimiche pericolose e contribuiscono al riciclaggio dei rifiuti elettronici. L'ultima versione della guida, presentata oggi, mostra che molte aziende hanno preso degli impegni concreti ma, a sorpresa, la Apple si ritrova in fondo alla classifica, come se non volesse prender parte alla gara.
Lo smaltimento dei rifiuti elettronici e l'impiego di sostanze chimiche pericolose nella produzione di prodotti tecnologici come personal computer e cellulari rappresentano una vera e proprio emergenza ambientale.
"Acer e Lenovo, due tra i maggiori produttori di Pc, si sono
impegnati ad eliminare la maggior parte dei composti pericolosi.
Hanno riconosciuto la loro responsabilità di produttori che devono
farsi carico dei rifiuti che producono" sostiene Giuseppe Onufrio,
direttore campagne di Greenpeace. "Rispetto a quando abbiamo
lanciato la guida ora la maggior parte delle aziende si guadagna
una posizione sopra la sufficienza, mentre solo in cinque
arrancano".
Nokia rimane in testa alla classifica, con una politica
all'avanguardia sia sul fronte delle sostanze chimiche impiegate
che su quello dello smaltimento dei rifiuti elettronici. L'azienda
finlandese deve ancora comunicare però quando eliminerà il PVC in
tutti i suoi prodotti. Motorola è l'azienda che ha fatto i maggiori
passi avanti da quando è stata lanciata la guida di Greenpeace,
passando dal penultimo al quarto posto. Lenovo è avanzata
dall'ultimo all'ottavo. Fujitsu-Siemens e Acer sono ora al terzo e
settimo posto, mentre prima erano al decimo e al dodicesimo.
A settembre la HP era stata retrocessa nella guida perché, da
analisi di laboratorio eseguite dall'unità scientifica di
Greenpeace, si era visto che un portatile presentava un ritardante
di fiamma bromurato, il decaBDE, che l'azienda sosteneva di aver
eliminato. L'azienda però si è subito attivata per indagare sul
problema perché non si verifichi nuovamente e quindi la penalità è
stata tolta.
"Siamo riusciti a motivare le aziende a una sana competizione.
Non c'è gara più stimolante di quella che premia chi elimina le
sostanze pericolose per la salute e l'ambiente" conclude
Onufrio.