Comunicato stampa - 6 aprile, 2007
Secondo il nuovo rapporto dell’IPCC, presentato oggi Bruxelles, si aggravano gli impatti previsti del riscaldamento globale sul pianeta. Il quadro disegnato dagli scienziati che studiano i cambiamenti climatici per conto dell’Onu è molto più fosco rispetto a quanto delineato dal precedente rappporto, presentato nel 2001. Greenpeace prende atto dei nuovi dati e avverte che il tempo per intervenire sta finendo.
Sabia, attivista brasiliano, si lancia con il paracadute dall'alto della ciminiera della centrale di Porto Tolle: sul paracadute campeggia la scritta "Energy Revolution" e il logo di Greenpeace.
La situazione si sta aggravando e i danni economici e ambientali
saranno rilevanti. «Leggere il rapporto è come lanciare lo sguardo
in un futuro apocalittico», afferma Francesco Tedesco, responsabile
Campagna Clima ed Energia di Greenpeace: «la Terra verrà
trasformata drasticamente dal riscaldamento globale dovuto alle
attività dell'uomo. Il tempo per intervenire è ora». Per salvare il
pianeta dal futuro collasso climatico bisogna stabilizzare le
emissioni mondiali di gas serra entro il 2020 e dimezzarle entro il
2050. Occorre, quindi, una vera e propria rivoluzione energetica
per sviluppare nel più breve tempo possibile le fonti rinnovabili e
annullare il contributo delle fonti fossili, primo tra tutti il
carbone, il combustibile con le più alte emissioni specifiche di
gas serra.
Purtroppo, l'Italia sta andando nella direzione opposta. In
barba ai vincoli del Protocollo di Kyoto, infatti, le emissioni di
CO2 sono aumentate di circa il 13 per cento dal 1990 a oggi. E
grandi gruppi industriali nazionali come Enel progettano la
conversione a carbone di diverse centrali termoelettriche, per
prime Civitavecchia e Porto Tolle. Già nel 2005 Enel è stato il
maggiore responsabile delle emissioni di CO2 in Italia con 56,2
milioni di tonnellate rilasciate. Con la conversione a carbone
delle due centrali le emissioni del Gruppo aumenterebbero di almeno
altri 20 milioni di tonnellate.
«Il carbone pulito non esiste», continua Tedesco: «Il governo
sia coerente con gli impegni presi a livello internazionale e metta
un freno al pericolo di un ritorno al carbone, bloccando tutti i
progetti di conversione e potenziamento: la svolta climatica parte
da qui». Oggi pomeriggio Greenpeace porterà la propria solidarietà
al Comitato NoCoke di Tarquinia, da giorni in sciopero della fame
nel tentativo di bloccare la conversione a carbone della centrale
di Civitavecchia, dove i lavori procedono speditamente.
Notes: Chi ha immesso più gas serra nel 2005? Scoprilo su: http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/file/emissioni-co2-2005.pdf