Comunicato stampa - 7 settembre, 2007
Greenpeace rilancia oggi la sua campagna on line contro la caccia alle balene in Islanda. Sono già più di 120.000 le persone che si sono impegnate a prendere in considerazione di visitare l'isola, a patto che il suo Governo smetta di uccidere le balene. Il valore di quest'indotto turistico potenziale è di quasi 117 milioni di dollari, mentre la caccia alle balene non ha mai reso più di 3-4 milioni di dollari all'anno. Il 24 agosto, l'Islanda ha annunciato lo stop delle attività di caccia commerciale, ma il programma di caccia scientifica è ancora in corso.
Immagini relativa alla caccia delle balene da parte dell'Islanda.
Il 24 agosto scorso, il Ministro della Pesca islandese, Einar K.
Guofinnsson, ha dichiarato chiusa la caccia baleniera islandese che
quest'anno ha ucciso 14 balene delle 39 in programma. "L'industria
della caccia baleniera deve, come ogni altra industria, obbedire al
mercato. - ha affermato il Ministro Guofinnsson - "Se non c'è
profitto, non ci sono le basi per ricominciare a uccidere le
balene".
In pratica, l'Islanda non concederà nuove quote di caccia fino a
quando non ci sarà la possibilità di vendere carne di balena. Ma a
chi? Solo l'1,1 per cento degli islandesi mangia carne di balena
una volta a settimana o più - secondo un recente sondaggio - mentre
l'82 per cento dei ragazzi dai 16 ai 24 anni non l'ha mai mangiata.
E anche in Giappone, dove l'Islanda ha provato a esportare carne di
balena, ci sono migliaia di tonnellate di carne invenduta, con cui
addirittura si fa cibo per cani.
"Greenpeace è lieta che il Governo islandese abbia finalmente
ammesso che non c'è mercato per la carne di balena e che
l'uccisione di questi cetacei è, anche economicamente, una follia"
- dichiara Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di
Greenpeace - "Ma fino a quando l'Islanda continuerà a uccidere
balene, noi chiederemo ai nostri sostenitori di boicottare il
turismo in questo Paese".
Come il Giappone, anche l'Islanda, infatti, ha un programma di
caccia "scientifica", rigettato dalla Commissione Baleniera
Internazionale (IWC). Iniziato nel 2003, questo programma, che
prevedeva di uccidere 200 esmplari, prevede l'uccisione di altre 6
balene!
Lo scorso anno, Greenpeace ha localizzato il sito dove gli
islandesi hanno sotterrato le carcasse di balene uccise solo per la
stoltezza politica di un piccolo gruppo di speculatori che mette a
rischio la florida industria del whale watching islandese. Le
fotografie scattate da Greenpeace mostrano 179 tonnellate di carne
di balenottera comune lasciate a marcire, pari ad almeno la metà
del peso dei sette esemplari uccisi lo scorso anno.
"Risparmiare la vita di 6 balene e cambiare una posizione
insostenibile sul piano internazionale, potrebbe portare
all'Islanda un bonus di entrate dovute al turismo" aggiunge Giannì.
"L'Islanda è una meta attraente per i cultori del whale watching,
ma chi ama davvero questi grandi cetacei non metterebbe mai piede
in un Paese che li uccide, tra l'altro inutilmente".
Notes: Partecipa alla cyberazione:
http://www.greenpeace.org/italy/partecipa/cyberattivismo/islanda