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A Cancun promosse Spagna e Portogallo. Italia zero in condotta

Comunicato stampa - 10 dicembre, 2010
Roma, Italia — È di queste ore la notizia che Spagna e Portogallo appoggeranno la proposta di innalzare dal 20 al 30% l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra al 2020. Mentre a Cancun si cerca di salvare il vertice dal fallimento totale, la decisione assunta dai due Paesi mette in risalto, ancora una volta, l’arretratezza della posizione dell’Italia in materia di cambiamenti climatici.

Effetti dei cambiamenti climatici.

«Cosa aspetta il Governo Italiano a fare lo stesso?  - chiede Domenico Belli, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia -  L’Italia è l’ultimo tra i grandi Paesi europei che ancora si oppone alla proposta di innalzare gli obiettivi di riduzione al 2020. Dopo Inghilterra, Germania e tutti i Paesi del Nord Europa, ora anche la Penisola iberica si schiera compatta a favore di impegni più vincolanti e stringenti nella lotta all’effetto serra».

Nella sua battaglia contro obiettivi più ambiziosi nella riduzione delle emissioni, il Governo italiano può ora contare solo sull’appoggio convinto della Polonia, grande produttore di carbone, invece di stare nel gruppo dei grandi Paesi europei e puntare su rinnovabili ed efficienza per la sua indipendenza energetica.

«Le scelte avventate del nostro Governo ci stanno facendo perdere il treno della green economy che oltre a combattere l’effetto sera – conclude Belli - produce già occupazione e innovazione tecnologica».

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