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Lettera ai leader mondiali per mettere fine al rischio nucleare

Comunicato stampa - 8 marzo, 2012
A pochi giorni dal primo anniversario del disastro nucleare di Fukushima i rappresentanti di quattordici organizzazioni internazionali – tra cui Greenpeace- hanno promosso la pubblicazione di una lettera aperta, firmata da numerose personalità tra cui l’arcivescovo Desmond Tutu, indirizzata ai leader mondiali per chiedere di eliminare il rischio nucleare quanto prima e di investire in energie sicure e rinnovabili.

Nella lettera si osserva come il disastro di Fukushima ci abbia insegnato che l’energia nucleare è intrinsecamente pericolosa e che un incidente nucleare può avvenire in ciascuno degli oltre 430 reattori attivi oggi al mondo. Si tratta di un rischio inaccettabile per le centinaia di milioni di persone che vivono vicino ad una centrale nucleare.

Tra i firmatari della lettera anche 9 personalità italiane:
Alfiero Grandi - Presidente di “Associazione per la riforma della sinistra”
Elisabetta Zamparutti - Radicali Italiani
Ermete Realacci, Partito Democratico e Presidente Onorario Legambiente
Francesco Ferrante - Partito Democratico
Grazia Francescato - Sinistra Ecologia e Libertà
Gianni Mattioli - Sinistra Ecologia Libertà
Mauro Bulgarelli - Presidente di “SI alle energie rinnovabili NO al nucleare”
Massimo Scalia - Ecologisti democratici
Stefano Leoni - Presidente del WWF Italia
Vittorio Cogliati Dezza - Presidente di Legambiente

Nei giorni scorsi Greenpeace ha organizzato iniziative in oltre 20 Paesi del mondo per richiamare l’attenzione sui rischi del nucleare in vista dell’anniversario dell’11 Marzo.
Una gallery fotografica è visibile a questo indirizzo: http://www.greenpeace.org/italy/it/multimedia/Slideshow/Lanniversario-del-disastro-di-Fukushima/

A livello globale l'energia nucleare copre solo pochi punti percentuali del consumo
totale di energia ed è possibile sostituirla con l'efficienza energetica e le fonti rinnovabili. Nell’ultimo anno i casi di Giappone e Germania ci hanno anche dimostrato che la scelta di una rapida uscita dal nucleare non porta a black out o a crisi economiche.  In Giappone, attualmente, sono in funzione solo due reattori su 58, e non si registrano disservizi grazie al risparmio energetico e a un migliore utilizzo delle altre centrali elettriche.

Note:
[1]qui il testo integrale della lettera e tutti i firmatari:
 http://www.greenpeace.org/fukushima-open-letter

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