Comunicato stampa - 18 agosto, 2009
Gli attivisti di Greenpeace hanno affondato 180 blocchi di granito nel mare di Kattegat, di fronte alla costa svedese, per creare una barriera di protezione contro la pesca a strascico nelle zone di Lilla Middelgrund e Fladen, due aree marine protette dalla direttiva Habitat. L’operazione si è conclusa con successo dopo quasi una settimana di intensa attività. I massi, fino a tre tonnellate di peso, ostacoleranno le reti a strascico responsabili della distruzione dei fondali marini, ecosistemi ricchissimi di biodiversità.
Attivisti affondano blocchi di granito nel mare di Kattegat in Svezia
Nel 2003 Lilla Middelgrund e Fladen sono state riconosciute come
aree marine da proteggere sia dalla Svezia che dalla Comunità
Europea (secondo la Direttiva Habitat). Purtroppo, in assenza di
effettive misure legali, metodi di pesca distruttiva come lo
strascico vengono comunemente praticati in queste zone di grande
valore ecologico. Come spesso accade anche in altri paesi europei,
la salvaguardia dell'ambiente marino rimane solo sulla carta.
"C'è bisogno di una riforma urgente della politica comunitaria
sulla pesca. I ministri dell'Ambiente e della Pesca hanno l'obbligo
di risolvere il blocco legale relativo alla protezione degli
habitat marini. Solo così non saremo più costretti a gettare
blocchi di granito in mare per proteggere habitat particolarmente
sensibili" afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare
di Greenpeace Italia.
Nel 2008 Greenpeace aveva già posizionato 320 massi a Sylt
Outer, al largo della costa tedesca, un'altra area "protetta"
distrutta da attività di pesca a strascico. I massi sono serviti a
bloccare la pesca su tali fondali e sono già stati colonizzati da
una gran quantità di vita marina. Prima delle attività di questa
settimana, Greenpeace ha commissionato uno studio di impatto
ambientale per assicurarsi che l'operazione non avesse alcuna
ripercussione sull'ecosistema.
Greenpeace continuerà a fare campagna con ogni strumento a sua
disposizione per chiedere l'istituzione di una rete di riserve
marine che copra il 40 per cento dei mari del Pianeta.