Comunicato stampa - 16 ottobre, 2006
L’ennesimo incidente alla centrale di Temelin nella Repubblica Ceca ripropone ancora una volta la sicurezza dei reattori di tipo sovietico VVER alla cui filiera appartiene la centrale ceca, che ha avuto problemi sin dalla messa in funzione nel 2000. Tra quelli più rilevanti, nel 2004 una perdita di ventimila litri di acqua di raffreddamento.
Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente.
"Si tratta di un VVER 1000/320, proprio lo stesso tipo di
reattore che è oggetto di una gara internazionale in Bulgaria a
Belene, cui partecipa Unicredit sia direttamente che tramite una
controllata, l'HVB" afferma Giuseppe Onufrio, direttore campagne di
Greenpeace. "Ancora peggio sta facendo l' Enel: se nel caso di
Temelin e Belene si tratta di un tipo di reattore sovietico di
terza generazione, l'accordo siglato da Enel con il governo della
Slovacchia prevede il completamento a Mochovce di due reattori di
seconda generazione, ancora meno sicuri".
Le notizie che giungono oggi dalla Gran Bretagna, dove due
reattori di tecnologia occidentale sarebbero stati bloccati per
guasti legati all'impianto di raffreddamento, non fanno che
confermare che - come sostiene da sempre Greenpeace - la tecnologia
nucleare è pericolosa ovunque venga impiegata e che i tentativi di
rilanciarla a cui assistiamo vanno fermati con decisione.