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Oggi tanta gente nelle cabine "Nuclear Hotline" di Greenpeace

Comunicato stampa - 20 febbraio, 2010
Oggi tanti curiosi e sostenitori sono entrati nelle cabine “Nuclear Hotline” di Greenpeace, in sei grandi città italiane (Venezia, Roma, Napoli, Bari, Milano e Firenze) con 14 cabine telefoniche in stile inglese. Hanno potuto chiamare il numero verde gratuito 800.864.884 e lasciare messaggi contro il nucleare, che Greenpeace consegnerà ai candidati alle prossime elezioni regionali del 28 e 29 marzo. Divertenti, in stile inglese, le cabine sono il simbolo della voce dei cittadini verso i politici che vorrebbero mettere a tacere questo tema importante e rimandarlo a dopo le elezioni, per motivi di propaganda.

I volontari di Greenpeace in piazza con le cabine della "Nuclear Hotline".

Greenpeace ha raccolto già oltre 45mila firme contro il nucleare sul sito www.nuclearlifestyle.it

Fino alle elezioni, inoltre, sarà possibile continuare a chiamare gratuitamente (sia da fisso che da cellulare) il numero 800.864.884 e lasciare il proprio messaggio.

«Il governo italiano vuole imporre il nucleare che è una pericolosa perdita di tempo e una falsa soluzione per i cambiamenti climatici - spiega Andrea Lepore, responsabile campagna nucleare di Greenpeace.- Il nucleare non salverà Venezia, anzi la condannerà e impedirà all'Italia di investire nelle vere soluzioni per i cambiamenti climatici: rinnovabili ed efficienza».

I piani nucleari del governo prevedono la creazione di almeno quattro centrali nucleari che costeranno all'Italia, soltanto per la costruzione, ognuna  tra i 5 e i 6 miliardi di euro e che non saranno attive prima di dieci anni. Se l'Italia punterà sul  nucleare non potrà rispettare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni al 2020 e sprecherà le risorse che avrebbe potuto invece investire in tecnologie pulite ed efficienza, vere soluzioni immediatamente disponibili.

Mentre il governo con la Legge 99/2009 alle bypassa le competenze delle regioni in materia energetica, alcuni candidati, tra cui Polverini, Zaia e Formigoni approvano i piani nazionali pro-nucleari del governo. Difficile pensare che poi si opporranno a una centrale nella propria regione nonostante ora a fini elettorali dichiarino di "non aver bisogno" del nucleare nelle regioni in cui si presentano.

«I candidati alle regionali devono dire un chiaro NO ai piani nucleari del governo. Dire che "il nucleare non serve" nelle proprie regioni ma poi appoggiare il nucleare a livello nazionale, significa prendere in giro i cittadini e preparare per loro la sorpresa di una centrale nucleare dopo le elezioni», conclude Lepore.

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