Greenpeace propone l'istituzione di un network internazionale di riserve marine, per tutelare la biodiversità degli ecosistemi del mare e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.
Uno dei pescherecci, "Maria Antonietta", in base al Registro
Iccat, sarebbe di proprietà della DemoPesca, il gruppo che intende
realizzare il contestato impianto di ingrasso del tonno a Cetara,
nella costiera amalfitana. Il secondo peschereccio, "Ligny Primo",
apparterebbe invece a un gruppo di Trapani, mentre il terzo, Luca
Maria, non figura neanche nel database Iccat. Durante l'intera
operazione di pesca, la flottiglia italiana è stata sempre
circondata da aerei da ricognizione. Intorno alle ore 12.30, le tre
imbarcazioni hanno tirato su le loro reti, procedendo alla cattura
del pesce. Gli aerei hanno continuato a circondare le reti fino a
quando l'operazione di pesca non si è conclusa. Greenpeace ha
identificato 4 aerei da ricognizione, tre americani e uno italiano.
Secondo fonti informali, una flotta compresa tra i dieci e i
quindici aerei opera a partire dall'isola di Lampedusa.
"Da quando, un mese fa, è cominciato il nostro tour nella zona,
abbiamo osservato regolarmente aerei da ricognizione. Ma oggi li
abbiamo chiaramente identificati insieme ai pescherecci per cui
lavorano" - dichiara Alessandro Giannì, responsabile campagna Mare
di Greenpeace - "Le imbarcazioni europee sono tra le principali
responsabili della pesca illegale del tonno rosso nel Mediterraneo.
Se i paesi europei non sono capaci di controllare i loro
pescherecci, questi dovrebbero essere richiamati immediatamente nei
porti."
L'industria del tonno rosso registra uno dei più alti tassi di
pesca illegale al mondo. Negli ultimi tempi, oltre 50,000
tonnellate di tonno rosso sono state catturate ogni anno,
nonostante la quota annuale fosse di 32,000 fino allo scorso anno.
Attività illegali, come l'uso di aerei da ricognizione e l'utilizzo
di cargo frigoriferi in cui vengono trasferiti i tonni catturati,
sono molto diffuse nel Mediterraneo. Il nuovo piano di recupero del
tonno rosso dell'Iccat, entrato in vigore mercoledì scorso, prevede
una cattura di quasi 30,000 tonnellate, nonostante il fatto che il
Comitato Scientifico dell'Iccat abbia raccomandato una quota
massima di 15,000 tonnellate per recuperare lo stock.
"Il piano acconsentito dai paesi dell'Iccat assegna una quota
che è il doppio del livello raccomandato dai propri scienziati:
decisamente non è un "piano di recupero" - aggiunge Giannì -
"Probabilmente la quota di 15,000 tonnellate è stata già raggiunta,
quindi l'attività della pesca dovrebbe essere immediatamente
chiusa."
Greenpeace si batte per la creazione di una rete globale di
riserve marine completamente protette che coprano il 40 per cento
dei nostri oceani per proteggere la vita marina e permettere agli
stock di pesce di riprodursi. Come parte di questa campagna, la
Rainbow Warrior naviga attualmente nel Mar Mediterraneo, impegnata
a documentare le insidie che minacciano il mare e ad affrontare i
pescherecci di tonno che stanno eliminando l'ultimo dei grandi
pesci della zona.