Comunicato stampa - 19 febbraio, 2007
"Il Piano presentato oggi dal Governo su efficienza energetica e fonti rinnovabili è certamente un passo avanti nella giusta direzione verso Kyoto, ma è necessario un nuovo obiettivo da raggiungere per favorire realmente lo sviluppo delle rinnovabili", dichiara Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. "Il Governo deve fare di più e cioè esprimersi a favore di obiettivi vincolanti per le fonti rinnovabili al 2020, così come chiede la Commissione europea". Nel Programma dell'Unione esisitono già obiettivi di questo tipo, ma non vincolanti, e l'Italia è in forte ritardo sulle rinnovabili.
Venticinque attivisti di Greenpeace sono entrati in azione, occupando la centrale elettrica a carbone di Didcot, in Inghilterra. La centrael di Didcot è uno degli impianti più inquinanti e meno efficienti di tutta l'Inghilterra.
Intanto, le emissioni di gas serra sono in costante aumento in
Italia: dal 1990 ad oggi, infatti, sono cresciute del 13 per cento
circa. A contribuire in misura maggiore è il settore
termoelettrico, con Enel leader indiscusso. Lo rivela oggi
Greenpeace presentando una classifica dei principali gruppi
industriali italiani soggetti alla direttiva europea sull'emission
trading. Nel 2005 il tetto alle emissioni delle industrie soggette
alla direttiva è stato superato di quasi 10 milioni di tonnellate
complessivamente. Con ben 8 milioni di tonnellate di CO2 in
disavanzo, Enel è l'operatore che ha prodotto più emissioni di gas
serra in assoluto.
Enel, inoltre, dichiara di voler convertire ben quattro impianti
termoelettrici a carbone, il combustibile fossile con le più alte
emissioni specifiche di CO2. Un ritorno al carbone, quindi, farebbe
aumentare le emissioni di Enel di altri 26 milioni di tonnellate.
"Fermare i cambiamenti climatici è ancora possibile, ma non certo
ritornando al carbone", spiega Tedesco. "È necessario avviare una
rivoluzione energetica adesso: efficienza e rinnovabili sono la
strada, ma bisogna percorrerla di corsa, non in punta di
piedi".
Greenpeace denuncia che la proposta di piano di allocazione
delle emissioni di CO2 presentato dal Governo alla Commissione
europea, attualmente sotto esame, non è coerente con gli obiettivi
nazionali di Kyoto. Il piano è stato "drogato" per liberare quote
da destinare agli impianti a carbone di Enel.
|
Settore
TERMOELETTRICO |
ENEL |
48,2 |
56,2 |
+8 |
EDISON |
16,5 |
18,2 |
+1,8 |
ENDESA |
11,3 |
12,4 |
+1,1 |
EDIPOWER |
10 |
11,4 |
+1,4 |
ENIPOWER |
9,1 |
9,7 |
+0,6 |
TIRRENO POWER |
5,1 |
6,6 |
+1,5 |
Settore PRODUZIONE
CEMENTO |
ITALCEMENTI |
7,7 |
8,3 |
+0,6 |
BUZZI UNICEM |
5,2 |
5,2 |
0 |
COLACEM |
4,2 |
4,6 |
+0,4 |
Settore
RAFFINAZIONE |
SARAS |
6,2 |
6,3 |
+0,1 |
ERG |
5,1 |
4,2 |
-0,9 |
ENI |
4,6 |
4,6 |
0 |
Settore PRODUZIONE
ACCIAIO |
ILVA |
11,4 |
11,3 |
-0,05 |
LUCCHINI |
2,2 |
1,3 |
-0,9 |
TOTALE |
215,8 |
225,3 |
+9,5 |
Emissioni di CO2 nel 2005 dei maggiori gruppi
industriali soggetti alla direttiva Emission Trading (EU-ETS) [ in
milioni di tonnellate di CO2 ]