Comunicato stampa - 14 dicembre, 2006
Arrampicati a 250 metri d'altezza da ieri notte. Una squadra di climber di Greenpeace è entrata in azione alla centrale di Porto Tolle (Rovigo) per protestare contro il ritorno al carbone promosso dal Governo. Alcuni climber si trovano ora sul camino della centrale e stanno dipingendo una scritta gigantesca, mentre altri sul tetto dell'edificio, dove hanno apposto una gigantesca coccarda con scritto "Enel clima killer".
Attivisti di Greenpeace in azione a Porto Tolle per dire no al carbone e chiedere all'Enel e al Governo impegni concreti per ridurre le emissioni di CO2, rispettare gli obiettivi di Kyoto e investire seriamente sulle fonti rinnovabili
La centrale di Porto Tolle, secondo il progetto dell'Enel
attualmente in fase di autorizzazione, dovrebbe essere convertita a
carbone per una potenza di 1.980 Megawatt e con un'emissione di CO2
di oltre 10 milioni di tonnellate l'anno.
L'impianto sorge peraltro in un parco naturale definito
patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. I delta dei grandi fiumi sono
ambienti che godono di particolare protezione in tutto il mondo: in
Italia, invece, l'area vede la presenza di questa vecchia centrale
a olio combustibile, pesante fonte di inquinamento, tanto che a
marzo scorso è arrivata una condanna per i top manager
dell'Enel.
La classifica degli impianti a carbone in
Italia [ impianti esistenti, in corso di riconversione o di
potenziamento, o che devono essere costruiti ex novo ].
"La scomoda verità è che il ritorno al carbone non ci farà
raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas
serra", dichiara Giuseppe Onufrio direttore delle campagne di
Greenpeace. "L'accordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico e
quello dell'Ambiente prevede un tetto alle emissioni eccessivo
rispetto alle linee guida europee: 209 milioni di tonnellate in
totale al posto di 186. Non c'e posto per la centrale di
Civitavecchia, tanto meno per quella di Porto Tolle. La Commissione
Europea deve tagliare la proposta di Piano Nazionale di Allocazione
dell'Italia".
Oggi il carbone copre il 17 per cento della produzione elettrica
nazionale ed è responsabile dell'emissione di oltre 40 milioni di
tonnellate di CO2. Con i progetti di espansione di Enel, Endesa,
Tirreno Power e altri, queste emissioni sono destinate a
raddoppiare. Il carbone è il combustibile con le più alte emissioni
specifiche di CO2, oltre il doppio del gas naturale.
"Il programma politico dell'Unione indica obiettivi per lo
sviluppo di fonti rinnovabili e per l'efficienza energetica, ma al
momento nell'azione di Governo non c'è traccia di tutto questo.
Chiediamo che vengano fissati obiettivi vincolanti e coerenti con
gli impegni assunti in campo internazionale" conclude Francesco
Tedesco, responsabile della Campagna Clima e Energia di
Greenpeace.