Comunicato stampa - 27 febbraio, 2009
Dopo diverse azioni di Greenpeace e ben 47.000 firme raccolte nel mondo, fra cui anche quelle di 5.000 italiani, Philips ha deciso di accettare le richieste avanzate da tempo dall’associazione ambientalista. Ma il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, sulla campagna web lanciata dall’associazione, è La Bella addormentata: domani cade infatti l’ennesimo anniversario di ritardo per l’attuazione della normativa sui rifiuti elettronici.
Il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nelle vesti di Bella addormentata.
Da questo momento, Philips si e' impegnata a recuperare e
riciclare i suoi prodotti a marchio dove sono in vendita. La
multinazionale ha confermato che i costi di riciclo di un articolo
non saranno più pagati direttamente dal consumatore (attraverso una
tassa addizionale), ma saranno parte integrante del prezzo finale
del prodotto. In questo modo, le aziende saranno anche incentivate
a produrre beni più puliti e facili da riciclare, dovendo assorbire
nel processo di produzione anche i costi di riciclo del prodotto a
fine vita.
"E' una grande vittoria per Greenpeace e i suoi sostenitori che
concretizza l'arduo lavoro speso per raggiungere questo traguardo.
- Spiega Vittoria Polidori, responsabile della campagna
Inquinamento di Greenpeace. - Ora spetta al nostro ministro
dell'Ambiente di svegliarsi dalla sua favola, quella della Bella
addormentata, e inizi a dare dei segni di vita."
Solo lunedì scorso, sulla nuova piattaforma web in tema di
"Elettronica verde", Greenpeace ha lanciato una petizione on-line
contro il ministro dell'Ambiente per far partire definitivamente il
sistema di raccolta dei rifiuti hi-tech in Italia. Per rafforzare
la richiesta avanzata al ministro, Greenpeace ha invitato i
cybernauti anche a fotografare rifiuti elettronici sparsi ovunque
sul proprio territorio.
Nella petizione sul web gli italiani sono chiamati a firmare per
fare pressione sul nostro governo affinché sia emanato subito il
"Decreto Semplificazioni" (in attuazione della legge D.Lgs
151/2005) che impone il ritiro dei vecchi computer, televisori e
altri prodotti hi-tech da parte della distribuzione al momento
dell'acquisto di un nuovo articolo simile. Elemento importante
nella organizzazione e nel controllo del flusso dei rifiuti
elettronici, oltre che incentivo per i consumatori a conferire il
prodotto in disuso nella giusta maniera, invece che lasciarlo in
casa o abbandonarlo per strada.
"Domani, 28 febbraio 2009, segna un anno di ritardo
nell'emanazione del Decreto. Non è accettabile continuare a
procrastinare una situazione di illegalità di fatto, considerato i
sette anni complessivi di ritardo rispetto alla tabella di marcia
dell'Ue e alla pericolosità dei rifiuti elettronici. - conclude
Polidori. - Greenpeace continuerà a denunciare e fare pressione sul
dicastero fino a quando la Bella addormentata non accennerà a
risvegliarsi, e nella giusta direzione!"
Notes: Visita il sito "Elettronica verde":
http://www.elettronicaverde.it