Comunicato stampa - 2 febbraio, 2007
Bisogna agire ora prima che sia troppo tardi. Lo chiede Greenpeace ai governi di tutto il mondo, dopo che la comunità scientifica internazionale ha confermato oggi come i cambiamenti climatici siano in forte aumento.
Gli effetti del cambiamento climatico: la desertificazione in Australia.
Il quarto rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate
Change) conclude che, continuando di questo passo, l'aumento delle
temperature al 2100 sarà compreso tra 1,1 e 6,4 gradi centigradi.
Il valore più probabile secondo l'Ipcc è pari a 3 gradi centigradi,
mezzo grado in più rispetto al precedente rapporto. Gli effetti
saranno un'intensificazione di siccità, ondate di calore,
alluvioni, uragani, scioglimento dei ghiacciai e innalzamento dei
mari che è stimato tra i 30 e 60 centimetri circa. Tale aumento
implicherebbe lo spostamento di milioni e milioni di persone in
tutto il mondo.
"Non è ancora troppo tardi, ma il tempo per agire si sta
riducendo. Se l'ultimo rapporto Ipcc suonava come una sveglia,
questo è come una sirena dei pompieri" commenta Francesco Tedesco,
responsabile Campagna Clima ed Energia di Greenpeace. "Sappiamo
cosa fare e come: occorre abbattere di oltre la metà le emissioni
di gas serra entro il 2050, puntando su efficienza energetica e
fonti rinnovabili. Il carbone porterà il pianeta al collasso
climatico".
Proprio la settimana scorsa Greenpeace ha presentato il rapporto
"Energy [R]evolution" in cui si dimostra come sarà possibile
soddisfare i crescenti consumi energetici mondiali dimezzando le
emissioni di CO2 al 2050 attraverso efficienza energetica e
rinnovabili. "In Italia le politiche messe in atto fino ad ora per
abbattere le emissioni di CO2 non sono state efficaci: dal 1990 ad
oggi sono aumentate infatti del 13 per cento circa. Occorre agire
con determinazione sul fronte dell'efficienza energetica e delle
rinnovabili. Spazio per il carbone non c'è" spiega Tedesco.