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Dopo il nuovo rapporto IPCC non ci sono alibi: bisogna agire ora

Comunicato stampa - 4 maggio, 2007
La terza e ultima parte del quarto rapporto IPCC sui cambiamenti climatici è stata finalmente presentata. Il capitolo sulla “Mitigazione dei Cambiamenti Climatici” avverte che ulteriori ritardi nella riduzione delle emissione di gas serra determineranno la gravità degli impatti futuri dei cambiamenti climatici, sia per l’ambiente che per l’economia mondiale. Le emissioni mondiali di gas serra – sostengono gli scienziati dell’IPCC – devono essere stabilizzate entro il 2015 e dimezzate entro il 2050. Tutti gli alibi sono caduti, dunque: è il momento di agire.

Il cambiamento climatico è in atto. Ma è ancora possibile fare qualcosa. Bisogna agire subito. E creare le basi per una vera rivoluzione dell'energia.

«Si tratta di una conferma di quanto sosteniamo da sempre: più si prolunga l'inazione, maggiori diventano i rischi legati al riscaldamento globale», afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e clima di Greenpeace. «Il momento di agire è ora per limitare l'innalzamento della temperatura e porre un freno agli impatti: procrastinare oltre il nostro intervento porterà ad effetti devastanti per la vita di miliardi di persone nel mondo». Come dimostrato in molti studi, l'aumento della temperatura media mondiale deve essere contenuto entro i 2 gradi centigradi per evitare di superare la soglia di irreversibilità del fenomeno. Già oggi la temperatura media è aumentata globalmente di circa 1 grado.

Il rapporto IPCC, inoltre, dimostra che il costo da sostenere per ridurre le emissioni di gas serra a livello mondiale è di gran lunga inferiore al costo futuro degli impatti dovuto all'inattività di oggi. Secondo il documento, stabilizzare le emissioni di gas serra al 2030 avrebbe un costo compreso tra lo 0,2% e il 3% del PIL mondiale, meno dello 0,1% all'anno. Il Rapporto IPCC non fornisce una valutazione dei costi derivanti dagli impatti nel caso dell'inattività, che tuttavia il Rapporto Stern del governo britannico aveva già indicato pari al 20% lo scorso ottobre 2006.

Secondo lo scenario business-as-usual, le emissioni del settore energetico mondiale sono destinate al raddoppio entro il 2050. Il recente Rapporto "Energy [R]evolution" di Greenpeace, al contrario, indica che puntando ora su fonti rinnovabili ed efficienza energetica è possibile dimezzare le emissioni di gas serra entro la stessa data, senza dover ricorrere al nucleare.

A Bangkok Greenpeace ha chiesto ancora una volta il massimo impegno politico ai leaders di tutto il mondo per limitare i danni futuri dei cambiamenti climatici. Le prossime tappe del G8 a giugno e la Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici a dicembre segneranno i progressi delle negoziazioni per la protezione del clima. «È indispensabile che entro il 2009 vengano raggiunti impegni legalmente vincolanti per dare un futuro al Protocollo di Kyoto e imporre tagli alle emissioni ben più stringenti di quelli attuali. Il futuro del clima al 2100 viene deciso oggi», conclude Tedesco.

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