Comunicato stampa - 23 giugno, 2005
Greenpeace pubblica oggi il rapporto confidenziale della Monsanto sugli effetti negativi del mais Ogm MON863 sulla salute dei topi. L'alta corte amministrativa di Munster ha reso noti i documenti lunedì, dopo che Greenpeace aveva chiesto di avervi accesso in base alla normativa europea sull'informazione ambientale. Il giudizio rappresenta un precedente per le aziende che cercano di tenere nascoste le analisi di rischio sulle piante Ogm.
Greenpeace pubblica il rapporto segreto sul mais geneticamente modificato prodotto dalla Monsanto e noto come MON-863.
Il Consiglio dei
Ministri dell'Ambiente della Ue deciderà venerdì se autorizzare
l'importazione di questo mais Ogm, ma Greenpeace e gli scienziati
chiedono un bando all'importazione del MON863 ed il governo italiano
dovrebbe votare contro l'autorizzazione.
"Il mais Ogm non dovrebbe essere ammesso come cibo o come
mangime nei paesi europei. Gli standard di sicurezza nelle procedure
europee di autorizzazione degli Ogm sono in generale inadeguati"
afferma il professor Gilles Eric Seralini della Commissione di Stato
francese sulla genetica biomolecolare, che è responsabile delle
valutazioni dei rischi delle piante Ogm. Anche il professor Arpad
Pusztai, che ha già fatto una valutazione dei rischi del MON863 per il
governo tedesco, afferma che questo mais non dovrebbe essere
autorizzato: "Non si può pensare che i danni agli organi interni e al
sangue dei ratti siano un caso. Gli esperimenti compiuti sono
inadeguati e la valutazione dei dati non corretta, sono assolutamente
necessarie altre indagini". Il MON863 produce la cosiddetta tossina Bt
per proteggere la pianta contro un parassita (Diabrotica). Questa
tossina è diversa da quella contenuta in altre piante Ogm già
autorizzate in Europa, e il MON863 contiene anche un controverso gene
di resistenza agli antibiotici, che secondo la direttiva europea
2001/18/EC dovrebbe essere evitato. Non si può escludere che questa
sequenza genica si trasferirà favorendo lo sviluppo di parassiti più
resistenti. Il Consiglio Ambiente della Ue deciderà anche per i bandi
nazionali sull'importazione e la coltivazione degli Ogm. La Commissione
ha chiesto di abolirli, ma i cinque Paesi europei che già li hanno in
vigore, si appellano ad una clausola di salvaguardia prevista dalla
normativa europea. Solo Gran Bretagna e Olanda sostengono al momento la
posizione della Commissione Europea. "La proposta della Commissione di
abolire le clausole di salvaguardia nazionali deve essere respinta così
come l'autorizzazione al mais transgenico Mon863. L'UE deve dimostrare
che crede nell'importanza di proteggere consumatori e ambiente" afferma
Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.