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Greenpeace replica a Veronesi sugli Ogm

Comunicato stampa - 4 maggio, 2005
Greenpeace risponde all'ex ministro Veronesi che continua la sua crociata al fianco delle multinazionali del biotech raccontando quali "magnifiche sorti e progressive" ci aspettano con gli Ogm e facendo del terrorismo gratuito.

Umberto Veronesi.

"Anche se con il mais Ogm si riducesse la presenza della piralide ( uno degli insetti parassiti del mais), solo una delle cause della formazione delle aflatossine e neppure la più importante, non si arriverebbe alla soluzione del problema. Per di più gli Ogm non sono neppure immuni dalle aflatossine e queste si formano spesso durante lo stoccaggio del mais" afferma Federica Ferrario, campagna Ogm di Greenpeace. Gli Ogm rappresentano inoltre una nuova fonte di rischi e problematiche: il recente caso del mais Bt10, non autorizzato eppure coltivato per quattro anni negli Stati Uniti ed esportato chissà dove, dimostra che l'industria biotech non è in grado di controllare quanto immette in circolazione.

Quel mais, come si ricorderà, contiene un gene di resistenza all'ampicillina, un importante antibiotico usato sia per l'uomo che gli animali, mentre la Ue, nella direttiva 2001/18, raccomandava l'eliminazione di questi geni marcatori da tutti gli Ogm entro la fine dello scorso anno, perché possono avere effetti dannosi sulla salute e sull'ambiente.

Cinque anni dopo il lancio del cosiddetto "Golden Rice", Greenpeace ribadisce che il progetto è tecnicamente fallito, non aiuta a risolvere il problema della malnutrizione, peggio distoglie l'attenzione e i fondi dalle reali soluzioni al problema della carenza di vitamina A nei paesi poveri. Ci sono varietà tradizionali di riso che non solo contengono beta-carotene ma anche altri elementi nutritivi come ferro, proteine e anche grassi che sono necessari per metabolizzare il beta-carotene.

"Il golden rice rimane allo stadio di un progetto di ricerca, i cui autori per di più provengono tutti dalla Syngenta, l'azienda produttrice del Bt10. Il vero scopo del progetto è creare consenso intorno agli Ogm e non risolvere un problema sanitario che richiede ben altri interventi" continua Ferrario.

"Il riso Ogm, se introdotto su larga scala, potrebbe aumentare la malnutrizione e minare ulteriormente la sicurezza alimentare perché incoraggia una dieta basata su un singolo cibo industriale piuttosto che la reintroduzione di diverse piante ricche di vitamine, con alti valori nutrizionali, economiche e già disponibili" afferma il professor Klaus Becker, dell'Università di Hohenheim (Germania), uno degli autori del rapporto di Greenpeace sul Golden Rice.

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